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- L'International Ski Mountaineering Federation (ISMF) investe il 26% del suo budget annuale nell'antidoping, dimostrando un impegno concreto nella lotta contro le pratiche illecite.
- Il progetto «Oltre la vetta» del Club Alpino Italiano (CAI) è un'iniziativa volta a creare una rete di supporto per l'elaborazione del lutto e del trauma in montagna, testimoniando una crescente sensibilità verso la salute mentale degli alpinisti.
- Un progetto di "montagna-terapia" in Valle d'Aosta ha registrato una notevole diminuzione delle ricadute e dei ricoveri per i 18 partecipanti (9 ragazzi e 9 ragazze), con un calo significativo da 17 a 4 episodi in 12 mesi.
In vista delle prossime Olimpiadi, il mondo dello scialpinismo è attraversato da un’onda di innovazione e competizione che solleva interrogativi cruciali. La ricerca della performance estrema, spinta dall’imminente debutto olimpico, sta ridefinendo i confini di questa disciplina, portando atleti e preparatori a esplorare nuove frontiere nell’allenamento, nell’integrazione e nell’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Ma quali sono i limiti di questa spinta verso la massimizzazione della performance? E quali le implicazioni etiche, sanitarie e psicologiche per gli atleti coinvolti?
L’allenamento nello scialpinismo moderno è un processo meticoloso, dove ogni dettaglio è studiato per ottimizzare la resa fisica. Si punta a sviluppare contemporaneamente resistenza, forza e capacità di recupero, sottoponendo il corpo a sollecitazioni estreme. L’integrazione alimentare, spesso al limite del consentito, promette di fornire l’energia necessaria e accelerare i tempi di recupero. Ma è l’introduzione massiccia di tecnologie innovative a segnare una vera e propria rivoluzione. Materiali ultraleggeri per sci e scarponi consentono di ridurre il peso dell’attrezzatura, migliorando l’agilità e la velocità. Sensori biometrici integrati nell’abbigliamento monitorano costantemente i parametri fisiologici dell’atleta, fornendo dati preziosi per ottimizzare l’allenamento in tempo reale. Software di analisi dati permettono di analizzare la tecnica di sciata, individuando margini di miglioramento e personalizzando il programma di allenamento. L’utilizzo di cardiofrequenzimetri e GPS consente di monitorare l’intensità dello sforzo e la gestione del ritmo in gara, permettendo agli atleti di dosare le energie e massimizzare la performance.

Corpo e mente al limite: i rischi per la salute
La ricerca incessante della performance nello scialpinismo comporta rischi significativi per la salute fisica e mentale degli atleti. Il sovrallenamento è una minaccia costante, che può portare a infortuni, affaticamento cronico e riduzione delle difese immunitarie. I disturbi alimentari, spesso legati alla necessità di mantenere un peso corporeo basso, possono compromettere la salute cardiovascolare e metabolica. Problemi cardiaci, come aritmie e fibrillazioni, possono insorgere a causa dello stress fisico e dell’utilizzo di integratori.
Ma i rischi non sono solo fisici. Le pressioni psicologiche, alimentate dalla competizione, dalle aspettative dei media e dalla ricerca di sponsor, possono generare stress, ansia, depressione e burnout. Il _Club Alpino Italiano (CAI)_, consapevole di questa problematica, ha lanciato il progetto “Oltre la vetta”, un’iniziativa volta a creare una rete di supporto per l’elaborazione del lutto e del trauma in montagna. Questo progetto testimonia una crescente sensibilità verso la salute mentale degli alpinisti e la necessità di fornire un sostegno psicologico adeguato.
Il progetto “Oltre la vetta” prevede la collaborazione tra alpinisti, psicologi, guide alpine, soccorritori e familiari, con l’obiettivo di costruire una rete di supporto per coloro che hanno vissuto un trauma in montagna. L’iniziativa include anche un video-podcast, che darà voce a chi ha vissuto un’esperienza traumatica, offrendo uno spazio di ascolto e riflessione. *Il suo scopo è stabilire un nodo cruciale per chi cerca assistenza specializzata, facilitando il contatto tra professionisti della psicologia esperti in ambiente montano e individui che hanno affrontato una perdita o un’esperienza traumatica in alta quota.
Storie di atleti come Mikaela Shiffrin, che ha parlato apertamente del suo disturbo da stress post-traumatico dopo un infortunio, sottolineano l’importanza di affrontare gli aspetti psicologici legati alla competizione ad alto livello. La consapevolezza di questi rischi sta portando allo sviluppo di progetti di “montagna-terapia”, che utilizzano le attività outdoor per supportare giovani adulti con disturbi mentali. Uno di questi progetti, avviato in Valle d’Aosta, ha dimostrato come le attività in montagna possano ridurre i ricoveri e migliorare la socializzazione e la fiducia in sé stessi dei partecipanti. In un arco di dodici mesi, si è registrata una notevole diminuzione delle ricadute e dei ricoveri per i diciotto partecipanti (nove ragazzi e nove ragazze di età compresa tra i sedici e i ventotto anni), con un calo significativo da 17 a 4 episodi.
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Doping tecnologico: la linea sottile dell’etica
L’avvento della tecnologia nello scialpinismo solleva interrogativi etici complessi. Fino a che punto è lecito utilizzare strumenti tecnologici per migliorare la performance? Dove si colloca il confine tra preparazione atletica e doping tecnologico? Quali sono le responsabilità degli allenatori, dei medici sportivi e delle federazioni sportive?
L’_International Ski Mountaineering Federation (ISMF)_ è impegnata nella lotta al doping, con controlli sia durante che fuori dalle competizioni. Nel 2010, l’ISMF ha adottato nuove procedure sotto l’egida della _World Anti-Doping Agency (WADA)_, garantendo maggiore trasparenza e indipendenza. Nel 2011, ha stretto un accordo con _Dfsu_, la sezione antidoping di _Sport Accord_, che esegue la maggior parte delle procedure per conto dell’ISMF. Nel 2014, è stato introdotto il “passaporto biologico ematologico”, un documento che raccoglie i dati biologici dell’atleta nel tempo, permettendo di individuare eventuali anomalie indicative di doping.
L’ISMF investe il 26% del suo budget annuale nell’antidoping, dimostrando un impegno concreto nella lotta contro le pratiche illecite. Tuttavia, la sfida è complessa, poiché il doping può assumere forme diverse, non solo legate all’assunzione di sostanze proibite, ma anche all’utilizzo di tecnologie che alterano le prestazioni in modo artificiale. La tentazione del doping si manifesta maggiormente nei periodi tra le gare, piuttosto che durante le competizioni stesse. Per questo motivo, l’ISMF ha stretto un accordo con gli organizzatori delle gare di coppa del mondo per destinare risorse ai controlli antidoping anche al di fuori dei periodi di gara.
La questione del doping involontario, legato all’assunzione di integratori contaminati o farmaci senza esenzione terapeutica, rappresenta un’ulteriore sfida. Per questo motivo, l’ISMF organizza sessioni informative per atleti e allenatori, con l’obiettivo di sensibilizzare e fornire strumenti per evitare il doping involontario. L’obiettivo è educare gli atleti sui rischi connessi all’assunzione di integratori e farmaci, e sull’importanza di richiedere l’esenzione terapeutica in caso di necessità. L’ISMF sta anche lavorando alla creazione di uno strumento di e-learning destinato a tutti gli atleti che prendono la licenza.
Un futuro in equilibrio: tra ambizione e integrità
Il futuro dello scialpinismo dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra l’ambizione di superare i propri limiti e il rispetto per il corpo e per l’ambiente. È necessario evitare di trasformare questa disciplina in una corsa sfrenata alla performance a tutti i costi, preservando il suo fascino e la sua autenticità. La competizione deve essere guidata da valori etici, che mettano al centro la salute e l’integrità degli atleti.
Le federazioni sportive, gli allenatori, i medici sportivi e gli atleti stessi hanno la responsabilità di promuovere una cultura sportiva sana, basata sul rispetto delle regole, sulla trasparenza e sulla lealtà. È necessario investire nell’educazione e nella sensibilizzazione, per contrastare il doping in tutte le sue forme e promuovere un utilizzo consapevole delle tecnologie. Solo così lo scialpinismo potrà affrontare il futuro con serenità, continuando ad affascinare e appassionare gli amanti della montagna. L’obiettivo è trovare un equilibrio tra la ricerca della performance e la tutela della salute e dell’integrità degli atleti, garantendo che lo scialpinismo rimanga uno sport autentico, basato sulla passione, sul rispetto e sulla sfida con sé stessi. Il futuro dello scialpinismo è nelle mani di chi lo pratica e lo ama, e dipenderà dalla capacità di preservare i suoi valori fondamentali, coniugando l’innovazione con la tradizione, la competizione con la collaborazione, l’ambizione con l’integrità.
Riflessioni sul futuro dello scialpinismo
Questo viaggio nel mondo dello scialpinismo, tra Olimpiadi, performance estreme e tecnologia, ci porta a riflettere su un tema più ampio: il significato dello sport nella società contemporanea. È fondamentale non dimenticare che, al di là della competizione e della ricerca del risultato, lo sport deve rimanere un’esperienza positiva, un’occasione di crescita personale e di benessere fisico e mentale.
_Una nozione base_ di alpinismo che si lega a questo tema è l’importanza del rispetto per la montagna. Gli alpinisti e gli scialpinisti devono essere consapevoli dell’impatto ambientale delle loro attività e adottare comportamenti responsabili per preservare l’integrità degli ecosistemi montani.
_Una nozione più avanzata_ è la filosofia del “clean climbing”, che promuove l’utilizzo di tecniche di arrampicata che minimizzano l’impatto sulla roccia, evitando l’utilizzo di chiodi fissi e altri dispositivi invasivi.
Questo articolo vuole stimolare una riflessione personale: cosa significa per te lo sport? È solo competizione e performance, o anche un’occasione per entrare in contatto con la natura, superare i propri limiti e condividere esperienze con gli altri?* La risposta a questa domanda può aiutarci a definire il futuro dello scialpinismo e dello sport in generale, promuovendo valori che vadano al di là del semplice risultato sportivo.







