Allarme montagne lombarde: 14 comuni rischiano l’esclusione dai fondi!

Il dibattito sul Ddl Montagna si infiamma, con nuove voci che si levano dal territorio lombardo. Dopo le preoccupazioni espresse dal presidente della Comunità Montana del Piambello, Paolo Sartorio, è ora Simone Eligio Castoldi, presidente della Comunità Montana Valli del Verbano, a manifestare forti riserve in merito alla ridefinizione dei criteri per l’identificazione dei comuni montani. La posta in gioco è alta: ben 14 comuni rischiano di perdere tale qualifica, con conseguenze potenzialmente devastanti per il loro sviluppo e per l’accesso a finanziamenti specifici.

Castoldi sottolinea con forza la necessità di un approccio più sofisticato e meno ancorato a parametri rigidi come l’altitudine. A suo avviso, è fondamentale considerare la “collocazione funzionale” dei territori all’interno delle valli, riconoscendo le peculiarità e le sfide specifiche che caratterizzano queste aree. La sua preoccupazione è che l’applicazione esclusiva di criteri standard possa penalizzare ingiustamente comuni che, pur non raggiungendo determinate soglie altimetriche, vivono quotidianamente le difficoltà tipiche della montagna.

Un Appello per Criteri Più Inclusivi e Realistici

Il presidente Castoldi non si limita a sollevare il problema, ma avanza anche proposte concrete. Auspica che le osservazioni provenienti dai territori siano attentamente valutate, coinvolgendo attivamente le Comunità Montane nel processo decisionale. L’obiettivo è introdurre criteri più aderenti alla realtà dei territori e, se necessario, prevedere una “clausola di salvaguardia” per i comuni di valle con caratteristiche oggettivamente montane.

La sua argomentazione si basa su una constatazione inequivocabile: molti piccoli comuni, soprattutto nelle aree vallive, condividono le stesse criticità infrastrutturali, sociali ed economiche dei comuni pienamente montani. Difficoltà di accesso ai servizi essenziali, fragilità demografica, complessità orografica e limiti strutturali allo sviluppo sono problemi comuni che richiedono un approccio mirato e un sostegno adeguato. Escludere questi comuni dalle misure pensate per la montagna, avverte Castoldi, rischierebbe di vanificare gli obiettivi stessi del decreto.

Le Criticità Evidenziate: Un Quadro Complesso

La posizione di Castoldi si inserisce in un dibattito più ampio che coinvolge diverse realtà territoriali. Le preoccupazioni espresse riflettono una consapevolezza crescente della complessità del concetto di “montanità” e della necessità di superare definizioni semplicistiche e riduttive. L’altitudine, pur essendo un fattore rilevante, non può essere l’unico criterio determinante.

È necessario considerare anche altri elementi, come la morfologia del territorio, la presenza di infrastrutture adeguate, la vitalità economica e sociale, la capacità di offrire servizi essenziali alla popolazione. In altre parole, occorre adottare una visione olistica che tenga conto delle interazioni tra fattori ambientali, economici e sociali. Solo in questo modo sarà possibile definire in modo accurato e completo cosa significa essere un “comune montano” nel XXI secolo.

Verso una Nuova Definizione di Montanità: Un’Opportunità per il Futuro

La revisione dei criteri per l’identificazione dei comuni montani rappresenta un’opportunità unica per ripensare il ruolo e il valore di questi territori nel contesto nazionale. Non si tratta solo di garantire l’accesso a finanziamenti e agevolazioni, ma anche di promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo, capace di valorizzare le risorse locali e di rispondere alle esigenze delle comunità che vivono e lavorano in montagna.

La sfida è quella di costruire un futuro in cui la montagna non sia più vista come un territorio marginale e svantaggiato, ma come un laboratorio di innovazione e resilienza, un luogo in cui sperimentare nuove forme di economia, di governance e di convivenza sociale. Per raggiungere questo obiettivo, è fondamentale un approccio collaborativo e partecipativo, che coinvolga tutti gli attori interessati: istituzioni, enti locali, associazioni, imprese e cittadini. Solo insieme sarà possibile costruire una montagna più forte, più prospera e più sostenibile.

Riflessioni Finali: Oltre l’Altezza, la Profondità della Montagna

Amici appassionati di montagna, questa vicenda ci ricorda che la montagna è molto più di una semplice altitudine. È un ecosistema complesso, un intreccio di storie, culture e sfide. Definire un comune come “montano” non può ridursi a una mera questione di metri sul livello del mare.

La nozione base che possiamo trarre da questa notizia è che la montagna è un sistema interconnesso, dove ogni elemento – l’ambiente, l’economia, la società – è legato all’altro. La nozione avanzata ci spinge a riflettere su come le politiche territoriali possano influenzare la vita delle comunità montane e su come sia importante un approccio integrato e partecipativo per garantire uno sviluppo sostenibile.

Vi invito a guardare oltre la cima, a esplorare le valli, a conoscere le persone che vivono in montagna. Scoprirete un mondo ricco di sorprese e di insegnamenti, un mondo che ha molto da offrire a chi sa ascoltare e osservare con attenzione.