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- Fara San Martino ha reso omaggio a Paolo Cocco, l'alpinista 41enne scomparso sull'Himalaya il 3 novembre.
- La comunità si impegna a portare avanti il progetto di Paolo: la realizzazione di un mini-impianto eolico in un villaggio del Nepal a 4000 metri di altitudine.
- Stefania Tonti, presidente del centro per disabili Arca, ha ricordato come Paolo trovasse «sempre un momento da dedicare ai nostri ragazzi».
Fara San Martino si è fermata per rendere omaggio a Paolo Cocco, l’alpinista 41enne scomparso tragicamente sull’Himalaya il 3 novembre. La comunità si è stretta attorno alla famiglia, offrendo un commosso e sentito addio a un uomo che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di molti.
Un Addio Commosso
La sala consiliare del Comune di Fara San Martino si è rivelata insufficiente per accogliere la folla accorsa per rendere omaggio a Paolo Cocco. Persone di ogni età e provenienza si sono radunate per salutare l’alpinista-fotografo, ex vicesindaco del paese. L’urna contenente le sue ceneri era posta al centro della sala, circondata dall’affetto dei suoi cari: i genitori, Lussi Fadda e Domenico Cocco, il fratello Flavio con la moglie Karen, e una moltitudine di amici e conoscenti. Il primo cittadino Antonio Tavani, unito a Paolo da un profondo legame di stima e affetto, ha curato l’organizzazione di un evento commemorativo denso di memorie e impegni futuri.

- Un uomo che ha ispirato e continua ad ispirare ❤️......
- La montagna è meravigliosa, ma a volte crudele 😔......
- Dovremmo interrogarci sull'etica dell'alpinismo moderno 🤔......
Progetti Futuri in Memoria di Paolo
Tra le promesse fatte durante la commemorazione, spicca l’impegno a portare avanti uno degli ultimi progetti di Paolo: la realizzazione di un mini-impianto eolico in un villaggio del Nepal, situato a 4000 metri di altitudine. Questo progetto, nato dalla passione di Paolo per la montagna e dalla sua volontà di aiutare le comunità locali, rappresenta un’eredità importante che la comunità di Fara San Martino si impegna a onorare. Paolo era partito per il Nepal a fine ottobre, insieme all’amico fraterno Marco Di Marcello, con l’obiettivo di scalare il Dolma Khang. Una valanga li ha travolti, portando via Paolo e lasciando ancora oggi disperso Marco. Il sindaco Tavani, accompagnato dalla madre di Paolo, si è recato a Kathmandu per recuperare e riportare in patria le ceneri di Paolo.
Un Esempio di Impegno Civile e Umanità
Numerosi interventi hanno testimoniato l’impegno civile e l’umanità di Paolo Cocco. L’ex sindaco Giuseppe Di Rocco ha ricordato il suo ruolo di vicesindaco “trentenne e pimpante”, mentre il presidente del consiglio comunale Tonino Di Maio ha sottolineato il suo “senso profondo della comunità”. Stefania Tonti, presidente del centro per disabili Arca, ha rammentato come Paolo trovasse “sempre un momento da dedicare ai nostri ragazzi”. La sua passione per il basket, testimoniata dalle divise dei giocatori del Fara Basket appese ad asciugare ai balconi di casa Cocco, e il suo talento grafico, messo a disposizione di associazioni locali come il gruppo podistico La Sorgente e l’associazione teatrale “Il Cappello Magico”, sono solo alcuni esempi del suo impegno a favore della comunità.
Un’Eredità di Amore e Ricordo
L’ultimo saluto a Paolo Cocco è stato un momento di grande commozione, ma anche di celebrazione della sua vita e del suo esempio. Le parole della fidanzata tedesca Rebecca, consolata dall’abbraccio di mamma Lussi, hanno toccato il cuore di tutti i presenti. La comunità di Fara San Martino si è stretta attorno alla famiglia Cocco, offrendo il suo sostegno e il suo affetto in questo momento di dolore. Paolo Cocco lascia un’eredità di amore, impegno civile e passione per la montagna che continuerà a vivere nel cuore di chi lo ha conosciuto e amato.
Oltre la Vetta: Un’Eredità di Valori
La scomparsa di Paolo Cocco ci ricorda la fragilità della vita e la forza della passione che spinge gli alpinisti a sfidare i propri limiti. La sua storia, però, va oltre la semplice cronaca di un tragico incidente in montagna. Paolo Cocco era un uomo impegnato nel sociale, un amministratore attento alle esigenze della sua comunità, un artista sensibile e un amico sincero. La sua eredità non è solo quella di un alpinista coraggioso, ma anche quella di un uomo che ha saputo vivere la sua vita con passione, generosità e impegno civile.
La montagna, spesso, è metafora della vita stessa. La ricerca della vetta, la sfida con i propri limiti, la solidarietà tra compagni di cordata sono tutti elementi che ritroviamo anche nella vita di tutti i giorni. *L’alpinismo, in questo senso, può essere visto come una scuola di vita, un’esperienza che ci insegna a superare le difficoltà, a valorizzare i rapporti umani e a non arrenderci mai di fronte alle sfide.
Un concetto più avanzato legato a questa tragedia è la riflessione sull’etica dell’alpinismo moderno. La ricerca della performance a tutti i costi, la competizione esasperata e la commercializzazione delle spedizioni possono portare a sottovalutare i rischi e a compromettere la sicurezza degli alpinisti. È fondamentale, quindi, promuovere un alpinismo consapevole, responsabile e rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali.*
La storia di Paolo Cocco ci invita a riflettere sul significato della vita e sull’importanza di vivere ogni giorno con passione e impegno. Ci spinge a coltivare i nostri sogni, a non aver paura di sfidare i nostri limiti e a mettere le nostre capacità al servizio degli altri. La sua eredità è un invito a vivere una vita piena, intensa e significativa, proprio come ha fatto lui.







