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- thomas huber, jon griffin e tad mccrea hanno compiuto la prima salita dell'eye ri (6150 metri) nel massiccio dei suma brakk, karakorum, affrontando difficoltà fino al sesto grado superiore in arrampicata libera e a3 in artificiale.
- il cai di asti promuove iniziative per la comunità locale, tra cui l'appuntamento del 29 novembre 2025 dedicato alle «assicurazioni cai» e gli «aperitrekking» nelle colline del monferrato, unendo attività fisica e scoperta del territorio.
- marco schwidergall, tomasz rodzynkiewicz e matej prcin hanno realizzato la prima ascensione del tumladen sar (6232 metri) nelle ghujerab mountains, affrontando sezioni di terreno misto fino a m5 e tratti di ghiaccio con inclinazione fino a 85 gradi.
L’eco delle gesta alpinistiche si diffonde tra cime inesplorate e progetti locali, creando un racconto appassionante che fonde l’ardimento dell’esplorazione verticale con la concretezza delle iniziative di sviluppo territoriale. Il 17 novembre 2025, il mondo dell’alpinismo è protagonista di eventi di rilievo che spaziano dalle avvincenti conquiste nel Karakorum alle azioni di sensibilizzazione promosse dalle sezioni del Club Alpino Italiano.
Conquista Inedita nel Karakorum: L’Ascesa all’Eye Ri
Un’impresa di grande importanza ha caratterizzato il massiccio dei Suma Brakk, nella remota Choktoi Valley. Thomas Huber, rinomato alpinista tedesco, in cordata con gli statunitensi Jon Griffin e Tad McCrea, ha portato a termine la prima salita dell’ultima guglia intatta del gruppo montuoso. Questo picco roccioso, nominato Eye Ri, si innalza a 6150 metri di quota, costituendo una sfida alpinistica di notevole difficoltà.
L’itinerario scelto dal trio ha richiesto abilità tecniche considerevoli, superando punti con difficoltà fino al sesto grado superiore in arrampicata libera e A3 in artificiale, con una pendenza media del 70%. L’avventura, iniziata a luglio 2025, ha visto gli alpinisti confrontarsi non solo con le difficoltà oggettive della montagna, ma anche con una profonda introspezione, come testimoniato dalle parole di Huber: “Scalare l’Eye Ri è stato qualcosa che non avrei mai sognato… un viaggio interiore, una risposta a quello che ho vissuto negli ultimi tempi.”

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Il CAI di Asti: Tra Iniziative Locali e Sensibilizzazione
Parallelamente alle imprese in alta quota, il Club Alpino Italiano (CAI) continua a giocare un ruolo essenziale nella diffusione della cultura montana e nella sensibilizzazione sui temi della sicurezza e della sostenibilità. La sezione di Asti, in particolare, si distingue per una serie di iniziative mirate a coinvolgere la comunità locale e a dare valore al territorio.
Tra gli eventi in programma, risalta l’appuntamento del 29 novembre 2025, dedicato alle “Assicurazioni CAI”, un’opportunità per informare i soci e gli appassionati sulle coperture assicurative offerte dall’associazione. Inoltre, il CAI di Asti propone “Aperitrekking” sulle colline del Monferrato, un’occasione per unire l’attività fisica con la scoperta delle bellezze paesaggistiche locali.
È importante ricordare che, a partire dal 1° novembre 2025, sarà possibile rinnovare l’iscrizione per il 2026, assicurando ai soci la copertura assicurativa per infortuni e responsabilità civile durante le attività istituzionali e individuali. La sezione ha anche creato una community su WhatsApp per condividere notizie e appuntamenti, dimostrando un costante impegno nel mantenere un contatto diretto con i propri membri.
Nuove Ascese nel Karakorum: La Conquista del Tumladen Sar
Un’altra spedizione alpinistica di grande rilievo ha avuto luogo nelle remote Ghujerab Mountains, al confine tra Pakistan e Cina. Il tedesco Marco Schwidergall, il polacco Tomasz Rodzynkiewicz e lo slovacco Matej Prcin hanno compiuto la prima ascensione del Tumladen Sar, una cima intatta di 6232 metri.
Il percorso scelto dal gruppo, lungo 1800 metri, presentava sezioni di terreno misto fino a M5 e tratti di ghiaccio che raggiungevano gli 85 gradi di inclinazione. Gli alpinisti hanno impiegato tre giorni per raggiungere la vetta, bivaccando due volte in parete e affrontando condizioni meteorologiche proibitive, segnate da neve spinta dal vento. La discesa è stata altrettanto ardua, con dieci calate in corda doppia e la traversata di un ghiacciaio complesso.
Un Filo Conduttore Tra Vette Inesplorate e Comunità Locali
Le imprese alpinistiche di Huber, Griffin, McCrea, Schwidergall, Rodzynkiewicz e Prcin rappresentano esempi di coraggio e tenacia, portando al limite l’esplorazione verticale in ambienti remoti e sconosciuti. Allo stesso tempo, le iniziative promosse dal CAI di Asti testimoniano l’importanza di un approccio complessivo alla montagna, che valorizzi il territorio, favorisca la sicurezza e renda consapevole la comunità locale.
Questi eventi, apparentemente lontani, sono in realtà collegati da un denominatore comune: l’amore per la montagna e l’impegno nel proteggerne la bellezza e l’integrità. L’alpinismo, in ogni sua forma, resta una fonte di ispirazione e uno stimolo per lo sviluppo delle comunità che vivono e apprezzano le terre alte.
Riflessioni Finali: Oltre la Conquista, la Consapevolezza
L’eco di queste gesta ci esorta a riflettere sul significato profondo dell’alpinismo moderno. Non si tratta unicamente di raggiungere una vetta, ma di avviare un percorso di crescita interiore, di superare le proprie paure e di entrare in connessione con la natura più selvaggia e pura. L’esperienza in montagna ci insegna l’umiltà, la capacità di rialzarsi e l’importanza del lavoro in team.
Una nozione base di alpinismo ci ricorda che la preparazione fisica e tecnica sono fondamentali per affrontare le sfide della montagna, ma non bastano. È essenziale conoscere il territorio, stimare i rischi e rispettare l’ambiente.
Una nozione avanzata ci invita a tenere in considerazione le conseguenze delle nostre azioni sull’ecosistema montano. L’alpinismo sostenibile è un metodo che punta a ridurre al minimo l’impatto ambientale, incoraggiando pratiche responsabili e rispettose della natura.
In conclusione, l’alpinismo è un’esperienza che ti cambia dentro e che ti aiuta a crescere come persona e a capire meglio qual è il nostro ruolo nel mondo. Ci spinge a dare il massimo, a scoprire la natura e a vivere emozioni che non si dimenticano. Allo stesso tempo, ci ricorda che è nostro dovere prenderc cura delle montagne, affinché possano continuare ad essere una fonte di ispirazione per le prossime generazioni.







