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Oltreterra 2025: Un’occasione concreta per l’appennino o una promessa non mantenuta?

L'evento Oltreterra 2025 punta a creare una rete tra gli attori dello sviluppo montano, ma è necessario valutare se le promesse si traducono in azioni reali per le comunità appenniniche e se i giovani sono davvero coinvolti.
  • Oltre 130 soggetti rilevanti hanno partecipato a Oltreterra 2025 per condividere idee per trasformare gli ambienti montani in laboratori contemporanei.
  • La Rete nazionale dei castanicoltori Slow Food, nata in seno a Oltreterra nel 2023, si propone di definire un disciplinare per la farina di castagne e di creare un Campus castanicolo.
  • Nel 2025, Oltreterra ha posto un'enfasi particolare sul coinvolgimento dei giovani, considerati come risorse preziose per il rilancio delle aree montane.

Anatomia di una “Rete di Reti” per l’Appennino

L’eco delle montagne romagnole ha fatto da cassa di risonanza per la dodicesima edizione di Oltreterra, un evento annuale che, dal 2019, ambisce a tessere una fitta trama di connessioni tra gli attori dello sviluppo montano. Ma cosa si cela dietro questa “rete di reti”? Un’analisi critica è d’obbligo per discernere se le promesse di promozione e sostegno alle comunità appenniniche si concretizzino in azioni tangibili o si disperdano in una nebulosa di intenti.

Il cuore pulsante di oltreterra 2025: Una piattaforma multidisciplinare

Oltreterra è concepito come un think tank mobile – un punto d’incontro per esperti – nel quale amministratori pubblici locali insieme a professionisti e accademici dialogano sulle difficoltà che caratterizzeranno il futuro delle regioni montane. Nella sua edizione del 2025, tenutasi a Santa Sofia, sono stati presenti oltre 130 soggetti rilevanti pronti a condividere idee per trasformare gli ambienti montani in veri laboratori contemporanei. Tra i temi principali trattati ci sono state le questioni relative alla transizione verso economie ecologiche sostenibili, nonché gli effetti provocati dal cambiamento climatico oltre alle evoluzioni sociali connesse al riassetto della rete comunitaria.

L’importante partecipazione dei rappresentanti istituzionali quali sindaci delle località alpine ed assessori regionali evidenzia chiaramente l’interesse politico nei riguardi dell’evento Oltreterra. Il titolare della delega al Bilancio e Montagna, Davide Baruffi, ha enfatizzato una positiva inversione rispetto allo spopolamento delle montagne; tale indicatore richiede un intervento ponderato attraverso politiche specifiche. Inoltre, Gessica Allegni, assessora con competenze su Cultura, Parchi e Forestazione, ha rivolto ai presenti una stimolante provocazione: bisogna rendere consapevoli le istituzioni circa il nesso essenziale fra comunità locali e territori circostanti, migliorando anche la salvaguardia degli ambienti.

Il presidente Fabrizio Landi illustra l’impegno profuso da Romagna Acque nel rilevare l’importanza fondamentale delle foreste, determinanti nella gestione delle risorse idriche; un aspetto che riveste una valenza imprescindibile per la salvaguardia dell’Appennino.

L’iniziativa Oltreterra si sviluppa tramite un insieme articolato di tavoli tematici: questi sono veri laboratori innovativi nei quali si generano proposte praticabili pronte ad essere implementate sul campo. Nella manifestazione del 2025, i temi prioritari emergono distintamente:
– *Ecosistema circolare del legno: Avvio della creazione di una filiera integralmente consapevole riguardante il legno italiano; all’interno della quale l’esperto forestale funge da trait d’union tra le realtà imprenditoriali e le entità pubbliche.
Sostenibilità agroecologica in montagna: Piena asseverazione legislativa dei modelli agroforestali orientati a incentivare forme agricole sostenibili ed adattabili alle sfide contemporanee. – Salute primaria al centro:* Esaltazione dei servizi ecosistemici provenienti dalle foreste tesa alla valorizzazione del benessere collettivo mediante forme turistiche eco-consapevoli ed interventi terapeutici ambientali.

  • Storie alte: Promozione di una narrazione autentica della montagna, che ne valorizzi la storia, la cultura e l’esperienza.
  • Alfabetizzare la società: Creazione di un linguaggio comune per comunicare il valore della montagna e sensibilizzare la società civile.
  • Strategie integrate: Rafforzamento della governance territoriale e coinvolgimento attivo dei cittadini nella gestione delle risorse montane.
  • Un’iniziativa degna di nota è la Rete nazionale dei castanicoltori Slow Food, nata proprio in seno a Oltreterra nel 2023. Questa rete si propone di definire un disciplinare per la farina di castagne e di creare un Campus castanicolo per formare nuovi professionisti del settore.

    L’impegno profuso da Slow Food Italia e Legambiente nella realizzazione di Oltreterra è innegabile. Tuttavia, è necessario interrogarsi sulla reale capacità di questa “rete di reti” di incidere concretamente sullo sviluppo delle comunità montane.

    Quali strumenti operativi assicurano l’inclusione attiva delle comunità locali? In che modo si procede alla quantificazione e alla valutazione degli effetti generati dai progetti messi in atto? E infine, quali figure esercitano il potere decisionale all’interno di questa intricatezza organizzativa?

    Cosa ne pensi?
    • Oltreterra 2025 sembra un'iniziativa promettente per l'Appennino, ma......
    • Oltreterra 2025: l'ennesima promessa non mantenuta per le aree montane? 😠......
    • E se Oltreterra fosse l'occasione per ripensare il ruolo delle montagne...? 🤔......

    Filosofia e azioni concrete: il caso della gestione forestale sostenibile

    Nell’edizione prevista per il 2025, viene nuovamente messa in evidenza una questione fondamentale riguardante l’Appennino: quella della gestione forestale che deve essere economica ma anche attenta alla sostenibilità. Tra gli obiettivi principali delineati nel progetto vi è la valorizzazione delle risorse forestali al fine di creare occasioni utili alle popolazioni montane. Il lavoro sarà svolto in sinergia con autorità locali ed istituzioni accademiche ed include attività tese a:

    • Analizzare il concetto di multifunzionalità dei boschi; essi devono essere percepiti non soltanto come fonti d’approvvigionamento legnoso ma anche quali serbatoi ricchi di prodotti secondari dal sottobosco, rivestendo un ruolo strategico come meta turistica nonché offrendo beni ecologici vitali.
    • Sostenere approcci innovativi nella gestione delle risorse economiche utilizzando principi orientati al mantenimento dell’integrità naturale dei luoghi insieme ad un occhio attento alla tutela idrogeologica degli stessi.
    • Tentare nuove modalità partecipative nella governance forestale tramite processi pianificatori inclusivi.

    I Pagamenti per i Servizi Ambientali (PES), si configurano quindi come strumenti fondamentali nella proposta gestionale: esse sono misure economicamente incentivanti destinate ai proprietari terrieri affinché ricevano indennizzi adeguati in cambio delle funzioni ecosistemiche da loro fornite.

    L’attuazione dei PES in Italia è attualmente alle prime fasi ed esistono diverse difficoltà da superare. Come possiamo assicurare che i vantaggi economici derivanti dai PES portino effettivamente a un miglioramento tangibile delle condizioni di vita nelle comunità montane? In che modo possiamo prevenire che i PES vengano trasformati in semplici strumenti per operazioni speculative finanziarie ai danni della protezione ambientale e territoriale?

    Pur essendo motivate da buone intenzioni, le preoccupazioni riguardanti il programma di gestione forestale sostenibile non mancano. La mancanza di informazioni concrete sui fondi attribuiti a tale iniziativa progettuale e il livello d’interazione con le comunità locali suscitano interrogativi circa l’efficacia autentica dell’iniziativa stessa. Quale criterio guida nella scelta dei progetti approvati? In quale misura sono incluse le popolazioni nel processo decisionale? Inoltre, come può essere armonizzata l’amministrazione economica del bosco con la necessità di preservarne biodiversità e paesaggio?
    Per raccogliere ulteriori spunti analitici sarà utile esaminare la documentazione e i materiali presentati riguardo al progetto sopra citato; questi ultimi sono accessibili sul portale web Oltreterra.

    Sebbene queste informazioni siano fondamentali, il loro accesso appare complicato, ostacolando così l’opportunità di condurre un esame meticoloso e slegato da influenze esterne.

    Il ruolo dei giovani e il disciplinare della farina di castagne: segnali di speranza o specchietti per le allodole?

    Il significato dei giovani nel contesto del disciplinare sulla farina di castagne: rappresentazioni ottimistiche o mere illusioni?

    Oltreterra 2025 ha posto un’enfasi particolare sul coinvolgimento dei giovani, considerati come risorse preziose per il rilancio delle aree montane. L’evento ha visto la partecipazione di professionisti, studiosi, studenti e “testimoni della montagna”, uniti dalla volontà di promuovere nuove competenze e di incentivare la “formazione alla montagna” nelle scuole.

    L’iniziativa di coinvolgere i giovani è certamente lodevole, ma è necessario chiedersi se si tratti di un’operazione di facciata o di un reale investimento sul futuro delle comunità montane. Quali sono le concrete opportunità offerte ai giovani che desiderano vivere e lavorare in montagna? Come vengono supportate le loro idee e i loro progetti? E soprattutto, come si intende contrastare la fuga dei cervelli, che impoverisce il tessuto sociale ed economico delle aree interne?

    Un altro segnale di speranza è rappresentato dall’impegno della Rete dei castanicoltori Slow Food per la definizione di un disciplinare sulla farina di castagne.

    L’obiettivo principale di questa iniziativa è quello di sostenere una produzione caratteristica dell’Appennino, attraverso l’adozione di metodi agricoli rispettosi dell’ambiente, che assicurino al contempo l’‘alta qualità’ e l’‘autenticità della farina’. L’inaugurazione del Campus castanicolo, dunque, segna una significativa evoluzione, poiché apre le porte ai giovani interessati ad apprendere abilità specifiche nel campo.

    Nondimeno, risulta imprescindibile mantenere uno sguardo critico. La regolamentazione relativa alla farina di castagne porterà veramente benefici economici agli operatori del settore? Sarà il Campus capace d’indirizzare le nuove generazioni verso professionalizzazioni competitive sul mercato attuale? E non da ultimo: quali misure verranno implementate per difendere il comparto della castanicoltura dai rischi associati al cambiamento climatico, oltre che alle patologie vegetali?

    A conclusione del discorso, va sottolineato come il coinvolgimento giovanile insieme alla valorizzazione dei prodotti locali possano rivelarsi fattori determinanti per favorire lo sviluppo delle zone montane. Occorre tuttavia evidenziare che sarà fondamentale impegnarsi attivamente ed incessantemente affinché queste manifestazioni ottimistiche si concretizzino in risultati reali.

    Chi tesse la tela? trasparenza, governance e futuro dell’appennino

    La dodicesima edizione di Oltreterra ha offerto uno spaccato variegato e complesso delle sfide e delle opportunità che caratterizzano l’Appennino. L’evento si conferma come un importante momento di confronto e di elaborazione di proposte per lo sviluppo sostenibile delle aree montane. Tuttavia, permangono alcuni interrogativi fondamentali, che richiedono risposte chiare e trasparenti.

    Chi sono i veri protagonisti di Oltreterra? Qual è il peso dei diversi attori coinvolti (istituzioni, associazioni, imprese, esperti) nel processo decisionale? Come vengono garantite la trasparenza e la democraticità delle scelte? E soprattutto, come si intende superare la frammentazione delle iniziative e promuovere una visione strategica unitaria per il futuro dell’Appennino?

    La “rete di reti” di Oltreterra rischia di diventare una tela intricata e indecifrabile, se non vengono definiti con chiarezza i ruoli, le responsabilità e le procedure decisionali. È necessario un maggiore impegno per garantire la partecipazione attiva delle comunità locali, per valorizzare le loro conoscenze e le loro esperienze, e per promuovere un modello di sviluppo che sia realmente sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

    È esclusivamente attraverso questa visione che Oltreterra avrà l’opportunità reale di plasmare un avvenire proficuo per l’Appennino. In tale contesto, è fondamentale che le montagne smettano di essere percepite come zone soggette a isolamento, ma piuttosto vengano riconosciute quali spazi d’avanguardia nello sviluppo innovativo, pronte ad accogliere prospettive fresche tanto sul piano della vita quanto su quello lavorativo per i giovani del nostro tempo.

    Notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo: uno sguardo oltre l’evento

    Esplorando le molteplici sfide e opportunità evidenziate da Oltreterra 2025 emerge con chiarezza una verità imprescindibile nel contesto della montagna e dell’alpinismo: la sostenibilità rappresenta una questione complessa che abbraccia non soltanto l’ambito ecologico, ma si estende anche ai profili sociale ed economico. I praticanti dell’alpinismo devono quindi considerarsi custodi delle terre in cui operano; devono garantire il rispetto degli ecosistemi oltre a impegnarsi nel sostegno alle popolazioni autoctone protettrici di quei territori.

    A livello più sofisticato si può riflettere su come l’approccio integrato alla gestione delle risorse alpine proposto da realtà come Oltreterra possa stimolare innovativi modelli per la pratica alpinistica responsabile. Prendiamo in considerazione l’idea della creazione di sistemi certificati per i rifugi alpini basati su fonti energetiche rinnovabili assieme alla valorizzazione dei prodotti tipici; tali misure possono favorire forme di turismo caratterizzate da maggiore responsabilità. Inoltre, adottando pratiche agricole eco-sostenibili nelle zone montane è possibile mantenere viva la diversificazione biologica oltre a ridurre gli effetti negativi legati ai mutamenti climatici; ciò consentirebbe pertanto uno scenario molto più resiliente sia per chi ama scalare sia per chi intraprende altre attività all’aperto.

    Il pensiero qui espresso ci spinge a vedere la montagna non solamente come uno spazio per una sfida individuale, ma anche come un patrimonio collettivo che merita tutela e valorizzazione, lavorando assieme alle comunità residenti. Tale prospettiva implica una necessaria evoluzione mentale, una accresciuta sensibilità verso l’ambiente e azioni tangibili volte a garantire uno sviluppo sostenibile nel futuro.


    Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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