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- Tragico incidente sulla Cima Vertana: una valanga ha causato la morte di 5 alpinisti tedeschi il 1 novembre 2025.
- Le operazioni di soccorso, coordinate dal Soccorso Alpino di Solda, hanno visto impegnate diverse unità, tra cui il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza e i Vigili del Fuoco, per recuperare le vittime a partire da un'altitudine di 2600 metri.
- L'eroico gesto di un padre e sua figlia, che hanno avvertito altri alpinisti della valanga, salvando loro la vita, evidenzia l'importanza della solidarietà in montagna: un atto di altruismo che testimonia il forte spirito di solidarietà che spesso lega gli alpinisti.
## Valanga sulla Cima Vertana causa la morte di cinque alpinisti
Un evento tragico ha colpito il Gruppo dell’Ortles, precisamente la Cima Vertana (3534 m), dove una valanga ha causato la morte di cinque alpinisti di nazionalità tedesca. L’incidente, avvenuto nel pomeriggio del 1° novembre 2025, ha scosso profondamente la comunità alpinistica e ha riportato l’attenzione sulla pericolosità della montagna, anche in condizioni apparentemente non estreme.
La slavina si è staccata intorno alle 16:00, a una quota di circa 3200 metri, sul versante nord della Cima Vertana. La massa di neve ha travolto due cordate di alpinisti, non lasciando loro scampo. Un terzo gruppo di scalatori, anch’esso di origine tedesca, è stato fortunatamente solo lambito dal fronte della valanga e ha potuto così dare l’allarme. Le operazioni di soccorso sono state immediatamente avviate, ma le condizioni meteorologiche avverse hanno reso difficile il recupero delle vittime.
## Dettagli dell’incidente e operazioni di soccorso
Le prime tre vittime, due uomini di circa 30 e 50 anni e una donna di 30 anni, sono state recuperate in tempi relativamente brevi. Purtroppo, le ricerche degli altri due alpinisti dispersi, un padre e sua figlia diciassettenne, sono state interrotte a causa dell’oscurità e del maltempo. Le speranze di trovarli in vita erano minime, considerando il tempo trascorso e le condizioni ambientali estreme.
Nonostante le difficoltà, le operazioni di ricerca sono riprese all’alba del giorno successivo, il 2 novembre 2025. Gli elicotteri hanno faticato a raggiungere la zona a causa della fitta nebbia, ma alla fine sono riusciti a trasportare le squadre di soccorso a circa 2600 metri di altitudine. Da lì, i soccorritori hanno proseguito a piedi, fino a raggiungere la zona della valanga. I corpi del padre e della figlia sono stati infine ritrovati, ponendo fine alla tragica vicenda.
Il coordinamento delle complesse attività di salvataggio è stato gestito dalla sezione del Soccorso Alpino di Solda, con un prezioso contributo da parte di altre unità vicine, del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, del servizio di elisoccorso e dei Vigili del Fuoco. Un notevole sforzo congiunto per affrontare una situazione di emergenza complessa e delicata.

## Le cause della valanga e le condizioni ambientali
Le cause precise della valanga sono ancora oggetto di indagine, ma sembra che abbiano contribuito diversi fattori. In particolare, si ipotizza che la neve fresca caduta nei giorni precedenti non fosse ancora ben consolidata e che i forti venti abbiano favorito la formazione di accumuli instabili. Anche un rialzo delle temperature potrebbe aver giocato un ruolo determinante nel distacco della massa nevosa.
Secondo Olaf Reinstadler, del Soccorso Alpino di Solda, il rischio valanghe non era particolarmente elevato al momento dell’incidente. Tuttavia, è fondamentale ricordare che la montagna può essere imprevedibile e che anche condizioni apparentemente sicure possono nascondere insidie. La Cima Vertana, in particolare, è considerata una “via di ghiaccio d’alta quota” che richiede esperienza, preparazione e attrezzatura adeguata.
Un dettaglio straziante emerso dalle testimonianze dei sopravvissuti riguarda il gesto eroico del padre e della figlia, che hanno avuto la prontezza di avvertire gli altri alpinisti della valanga imminente, salvando loro la vita. Un atto di altruismo che testimonia il forte spirito di solidarietà che spesso lega gli alpinisti.
## Riflessioni sulla sicurezza in montagna e l’importanza della prevenzione
La tragedia della Cima Vertana ci ricorda, ancora una volta, l’importanza della sicurezza in montagna e della prevenzione. Anche se il rischio valanghe non è elevato, è fondamentale valutare attentamente le condizioni ambientali, informarsi sui pericoli specifici della zona e adottare tutte le precauzioni necessarie. La montagna è un ambiente meraviglioso, ma anche potenzialmente pericoloso, e richiede rispetto e consapevolezza.
*La montagna non perdona. Questa frase, spesso ripetuta, racchiude una grande verità. La preparazione, la conoscenza del territorio e la prudenza sono elementi imprescindibili per affrontare l’alta quota in sicurezza. Non bisogna mai sottovalutare i rischi e bisogna sempre essere pronti a rinunciare, se le condizioni non sono ottimali.*
La tragedia della Cima Vertana ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la montagna e sulla necessità di promuovere una cultura della sicurezza e della responsabilità. Solo così potremo evitare che simili eventi si ripetano in futuro.
Amici appassionati di montagna, questa triste vicenda ci ricorda quanto sia cruciale la preparazione e la consapevolezza quando affrontiamo l’ambiente alpino. Una nozione base, ma fondamentale, è quella di consultare sempre i bollettini valanghe e meteorologici prima di intraprendere un’escursione. Questi strumenti ci forniscono informazioni preziose sulle condizioni del manto nevoso e sulle previsioni del tempo, permettendoci di valutare i rischi e prendere decisioni informate.
Per chi ha più esperienza, un concetto avanzato da tenere a mente è la valutazione del rischio “3×3”. Questo metodo consiste nell’analizzare tre elementi chiave in tre diverse fasi: 1) il terreno (pendenza, esposizione, morfologia), 2) il manto nevoso (stabilità, stratificazione, presenza di lastroni) e 3) le condizioni meteorologiche (vento, temperatura, precipitazioni). Questa analisi va fatta prima della partenza, durante l’avvicinamento e nel momento cruciale della decisione se proseguire o meno. Ricordate, la montagna è un ambiente dinamico e in continua evoluzione, e la nostra capacità di adattamento e di valutazione del rischio è fondamentale per la nostra sicurezza.
Vi invito a riflettere: Quante volte, presi dall’entusiasmo, abbiamo sottovalutato un segnale di pericolo? Quanto siamo disposti a rinunciare alla vetta per tornare a casa sani e salvi? La montagna ci offre emozioni uniche, ma la nostra vita è il bene più prezioso. Impariamo dagli errori del passato e affrontiamo le nostre avventure con prudenza e consapevolezza.







