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- Simone Moro, soprannominato il «winter maestro», ha iniziato la sua carriera alpinistica all'età di 13 anni sulle montagne delle Orobie.
- Moro è l'unico alpinista al mondo ad aver compiuto la prima ascensione invernale di ben 4 Ottomila: Shisha Pangma, Makalu, Gasherbrum II e Nanga Parbat.
- Nel 2001, Simone Moro ha ricevuto la Medaglia d'oro al valor civile per aver salvato un alpinista inglese sul Lhotse, dimostrando il suo impegno nel soccorso alpino.
## Simone Moro e l’alpinismo invernale
*Simone Moro, nato a Bergamo il 27 ottobre 1967, incarna una figura emblematica nell’alpinismo moderno, un vero e proprio “winter maestro” come è stato soprannominato. La sua carriera, costellata di successi e imprese audaci, lo ha consacrato come uno dei più grandi interpreti dell’alpinismo invernale, raccogliendo l’eredità di una tradizione iniziata dai pionieri polacchi e portandola a nuove vette. Moro non è solo un atleta eccezionale, ma anche un comunicatore efficace, un autore prolifico e un pilota di elicottero esperto, capace di coniugare la passione per la montagna con un approccio pragmatico e multidisciplinare alla vita.
## Dalle Orobie all’Himalaya: un percorso di crescita I primi passi di Moro nel mondo verticale risalgono all’età di 13 anni, sulle montagne di casa, le Orobie, un vero e proprio laboratorio per generazioni di alpinisti. In breve tempo, il suo talento lo porta a confrontarsi con le Dolomiti e l’arrampicata sportiva, disciplina nella quale eccelle, raggiungendo difficoltà di 8a nel 1987 e 8b+ negli anni successivi. Le sue capacità lo hanno condotto a ricoprire il ruolo di allenatore della squadra nazionale italiana di arrampicata dal 1992 al 1996. Il servizio militare presso la Scuola Militare Alpina di Aosta, concluso con il grado di sottotenente, contribuisce a forgiare il suo carattere e la sua preparazione.
L’incontro con l’alta quota avviene nei primi anni Novanta, quando Agostino Da Polenza lo invita a partecipare a una spedizione all’Everest. Nonostante una prima esperienza difficile, segnata da un edema cerebrale a 7400 metri, Moro non si scoraggia e continua a coltivare il sogno himalayano. Negli anni successivi, scala l’Everest per ben quattro volte, diventando uno specialista delle ascensioni in velocità, come dimostrano le sue performance sullo Shisha Pangma (27 ore no stop), sul Cho Oyu (11 ore) e sul Broad Peak (29 ore).
## Il Signore delle Invernali: un primato ineguagliabile
Il nome di Simone Moro è indissolubilmente legato all’alpinismo invernale, una disciplina estrema che richiede una preparazione fisica e mentale fuori dal comune. Moro è l’unico alpinista al mondo ad aver realizzato la prima ascensione invernale di quattro Ottomila: lo Shisha Pangma nel 2005, il Makalu nel 2009, il Gasherbrum II nel 2011 e il Nanga Parbat nel 2016. Queste imprese, compiute in condizioni ambientali proibitive, con temperature che scendono a -40°C e venti che superano i 100 km/h, testimoniano la sua tenacia, la sua capacità di soffrire e la sua profonda conoscenza della montagna.
La prima invernale dello Shisha Pangma, realizzata insieme al polacco Piotr Morawski, segna una svolta nella storia dell’alpinismo, aprendo la strada a nuove sfide e nuovi orizzonti. La salita del Makalu, compiuta in stile alpino con Denis Urubko, è considerata una delle grandi ascensioni degli ultimi anni, un’impresa che ha richiesto un’eccezionale capacità di adattamento e una perfetta sintonia tra i due alpinisti. La conquista del Gasherbrum II, sempre con Urubko e con Cory Richards, rappresenta la prima invernale di un Ottomila del Karakorum, un successo che consolida la fama di Moro come uno dei più grandi alpinisti del nostro tempo.
L’ultima, in ordine di tempo, delle sue prime invernali è quella del Nanga Parbat, realizzata nel 2016 insieme ad Alex Txikon e Ali Sadpara, dopo numerosi tentativi falliti. Questa salita, compiuta in un contesto umano e ambientale complesso, ha richiesto una grande determinazione e una forte capacità di collaborazione. Moro ha sempre sottolineato l’importanza del lavoro di squadra e della condivisione delle esperienze, elementi fondamentali per superare le difficoltà e raggiungere la vetta.

## Oltre l’alpinismo: un uomo poliedrico
L’attività di Simone Moro non si limita all’alpinismo. Nel corso degli anni, ha dimostrato di essere un uomo poliedrico, capace di eccellere in diversi campi. È un pilota di elicottero esperto, specializzato nel soccorso alpino in Nepal, dove ha stabilito diversi record di altitudine. È un autore prolifico, con numerosi libri pubblicati e tradotti in diverse lingue, nei quali racconta le sue esperienze e le sue riflessioni sulla montagna e sulla vita. È un comunicatore efficace, capace di coinvolgere il pubblico con le sue presentazioni e i suoi discorsi motivazionali. È stato anche co-conduttore del reality show “Monte Bianco – Sfida Verticale”, dimostrando la sua capacità di adattarsi a contesti diversi e di comunicare con un pubblico ampio.
Moro ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per le sue imprese alpinistiche e per il suo impegno nel soccorso alpino, tra cui la Medaglia d’oro al valor civile per aver salvato un alpinista inglese sul Lhotse nel 2001. Questi riconoscimenti testimoniano il suo valore umano e il suo contributo alla comunità alpinistica internazionale.
## Un’eredità di ispirazione: il futuro dell’alpinismo invernale
Simone Moro rappresenta un modello di alpinista moderno, capace di coniugare la passione per la montagna con un approccio scientifico e professionale. La sua eredità è un’ispirazione per le nuove generazioni di alpinisti, che possono trarre esempio dalla sua tenacia, dalla sua umiltà e dalla sua capacità di superare i propri limiti. L’alpinismo invernale, grazie al suo contributo, è diventato una disciplina sempre più popolare e accessibile, anche se rimane una sfida estrema che richiede una preparazione adeguata e una profonda conoscenza della montagna.
## Riflessioni conclusive: l’essenza dell’alpinismo invernale
L’avventura di Simone Moro ci ricorda che l’alpinismo, in fondo, è molto più di una semplice scalata. È un viaggio interiore, una sfida con se stessi, un’occasione per scoprire la propria forza e la propria fragilità. L’alpinismo invernale, in particolare, è una metafora della vita, con le sue difficoltà, le sue incertezze e le sue gioie. Come diceva Walter Bonatti*, “la montagna non è solo un gioco, ma una scuola di vita”.
Se ti sei appassionato alla storia di Simone Moro, sappi che una nozione base dell’alpinismo è l’importanza della preparazione fisica e mentale. Non si tratta solo di allenare i muscoli, ma anche di sviluppare la capacità di adattamento, la resilienza e la gestione dello stress. Una nozione avanzata, invece, riguarda la conoscenza delle dinamiche nivologiche e meteorologiche, fondamentali per valutare i rischi e prendere decisioni consapevoli in ambiente alpino.
E tu, cosa ne pensi? Ti senti pronto a raccogliere la sfida della montagna, magari iniziando con un’escursione invernale sulle tue montagne di casa? Ricorda, l’importante è partire con il giusto spirito e con la consapevolezza dei propri limiti, per vivere un’esperienza indimenticabile e arricchente.







