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- Nel 2024, il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico ha effettuato 12.063 operazioni di salvataggio, assistendo 11.789 persone, dimostrando l'importanza cruciale del soccorso alpino.
- Le cadute o gli scivolamenti rappresentano la causa principale degli interventi di soccorso, incidendo per il 43,2%, un dato che sottolinea la necessità di una maggiore attenzione e preparazione durante le escursioni.
- L'escursionismo si conferma l'attività con il maggior numero di incidenti, attestandosi al 44,3% del totale, evidenziando l'importanza di una preparazione adeguata e di una valutazione accurata dei rischi.
Tuttavia, dietro la sua bellezza austera, si cela un ambiente implacabile, dove il minimo errore può sfociare in conseguenze fatali. La recente scomparsa di Cesare Ornati, alpinista esperto, ha catalizzato l’attenzione sui rischi intrinseci delle creste montuose. Questi luoghi, di rara bellezza, si rivelano al contempo tra i più pericolosi.
Le creste, per la loro conformazione aerea e sovente impervia, presentano sfide uniche nel loro genere. Scivoloni, cadute di massi, repentini mutamenti meteorologici e tratti esposti costituiscono alcune delle insidie che possono minare la sicurezza degli escursionisti. Ma qual è la radice della pericolosità delle creste? E quali sono le strategie per affrontare questi ambienti in sicurezza?
Secondo le statistiche del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, nel corso del 2024, sono state portate a termine ben 12.063 operazioni di salvataggio, offrendo supporto a 11.789 persone. Le principali cause di intervento sono riconducibili a cadute o scivolamenti, responsabili del 43,2% dei casi, seguiti da incapacità durante l’attività svolta, pari al 26,5%, e malori che rappresentano il 12,7%. L’escursionismo si conferma l’attività con il maggior numero di incidenti, attestandosi al 44,3% del totale. Nel medesimo anno, si sono registrati 466 decessi in ambiente impervio. Queste cifre evidenziano la necessità impellente di intraprendere azioni concrete di prevenzione, sensibilizzazione e formazione, volte a minimizzare i rischi e limitare gli incidenti.
Oltre alle statistiche, è fondamentale comprendere i fattori che possono innescare un incidente in cresta. Le condizioni meteorologiche possono variare rapidamente, trasformando un’escursione piacevole in una situazione di emergenza. La presenza di ghiaccio o neve può rendere il terreno instabile e scivoloso, aumentando il rischio di cadute. Le cadute di massi, spesso provocate dal passaggio di altri escursionisti o animali, rappresentano una minaccia costante. Infine, una preparazione fisica o tecnica inadeguata, unita alla mancanza di esperienza, può compromettere la capacità di affrontare le difficoltà del percorso.

L’importanza della consapevolezza e la voce degli esperti
Fabrizio Pina, guida alpina e vicepresidente del Collegio nazionale delle guide alpine italiane, enfatizza l’importanza cruciale della consapevolezza del rischio in ambiente montano: “Andare in montagna è un’attività che implica l’accettazione del rischio, non siamo in una palestra. Anche una semplice escursione può comportare dei rischi, seppur minimi. La cosa fondamentale è sapere cosa si sta facendo, avere la capacità di riconoscere i pericoli e di affrontarli. È essenziale avere una profonda consapevolezza di sé e delle proprie capacità.” Pina mette in guardia dall’illusione di una sicurezza assoluta: “In alta montagna, la parola sicurezza non esiste. Pur considerando tutte le variabili possibili e adottando un approccio prudente, permangono eventi imprevedibili.”
La tragica esperienza di Cesare Ornati ci ricorda che il rischio zero in montagna non è una realtà. Anche gli alpinisti più esperti possono essere vittime di incidenti. Per questo motivo, è imperativo affrontare le creste con la massima cautela, valutando con attenzione le proprie capacità e le condizioni ambientali. La percezione del pericolo è un elemento essenziale per la sicurezza in montagna. È fondamentale distinguere tra pericolo, inteso come l’elemento oggettivo presente nell’ambiente, e rischio, ovvero la probabilità che tale pericolo possa arrecare danno, in relazione alle nostre scelte e comportamenti.
Un escursionista con una solida esperienza alle spalle potrebbe sentirsi più sicuro nell’affrontare un percorso impegnativo. Tuttavia, questa eccessiva fiducia potrebbe portarlo a sottostimare i pericoli reali. La pressione esercitata dal gruppo può, a sua volta, indurre un escursionista a compiere scelte imprudenti, al fine di non apparire timido o inadeguato.
È essenziale essere consapevoli di questi meccanismi psicologici e prendere decisioni basate su una valutazione oggettiva dei rischi, piuttosto che su reazioni emotive o influenze esterne. L’articolo “sicurezza in montagna: consigli per escursionisti” sottolinea che “chi ama la montagna sa che si tratta di un ambiente affascinante ma non privo di insidie, talvolta imprevedibili.”
Per godere delle sue meraviglie, è dunque imprescindibile mantenere sempre alta l’attenzione sulla sicurezza durante le escursioni.
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Consigli pratici per affrontare le creste in sicurezza
Affrontare le creste montuose richiede una preparazione meticolosa e una costante attenzione ai dettagli. Ecco alcuni consigli pratici per minimizzare i rischi e godere appieno dell’esperienza:
Pianificare il percorso con cura: Selezionare un itinerario adeguato al proprio livello di esperienza e alle proprie capacità fisiche. Valutare attentamente la lunghezza, la difficoltà tecnica e il dislivello complessivo. Informarsi sulle condizioni del sentiero e sulla presenza di eventuali tratti esposti o pericolosi.
*Monitorare le condizioni meteorologiche: Verificare scrupolosamente le previsioni del tempo prima di intraprendere l’escursione. Essere pronti a rinunciare o a modificare il percorso in caso di previsioni avverse. Ricordare che le condizioni meteorologiche in montagna possono cambiare rapidamente e in modo imprevedibile.
*Utilizzare un equipaggiamento adeguato: Indossare scarponi da trekking robusti e adatti al tipo di terreno. Scegliere un abbigliamento tecnico multistrato, in grado di proteggere dal freddo, dal vento e dalla pioggia. Portare con sé una mappa dettagliata, una bussola o un GPS, un kit di pronto soccorso completo, una torcia frontale, occhiali da sole, crema solare, un fischietto di segnalazione, cibo e acqua a sufficienza per l’intera durata dell’escursione.
*Valutare attentamente il terreno: Studiare la mappa del percorso e individuare i punti di riferimento principali. Prestare attenzione alle caratteristiche del terreno, come pendii ripidi, tratti esposti, zone con presenza di ghiaccio o neve, e possibili punti di caduta massi.
*Evitare di affrontare le creste da soli: Se possibile, unirsi a un gruppo di escursionisti esperti o affidarsi a una guida alpina qualificata. Se si opta per un’escursione in solitaria, è fondamentale informare sempre qualcuno del proprio percorso e dell’orario di rientro stimato.
*Comunicare il proprio itinerario: Informare amici o familiari del percorso che si intende seguire e dell’orario previsto per il rientro. Qualora si verifichino ritardi o emergenze, queste informazioni possono essere di vitale importanza per i soccorritori.
*Prepararsi alle emergenze: Conoscere le procedure da seguire in caso di infortunio, smarrimento o maltempo. Avere con sé un dispositivo mobile con carica sufficiente o un sistema di comunicazione satellitare. Disporre di un kit di primo soccorso e saperlo usare correttamente.
*Rispettare l’ambiente: Adottare scrupolosamente la filosofia del “Leave No Trace”, portando a valle ogni rifiuto e riducendo al minimo l’impatto sull’ecosistema. Evitare di disturbare la fauna selvatica e di danneggiare la flora locale.
Affrontare le creste montuose richiede un approccio cauto e responsabile. Una preparazione adeguata, una valutazione accurata dei rischi e il rispetto delle norme di sicurezza sono elementi fondamentali per vivere un’esperienza gratificante e indimenticabile. Le statistiche del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) relative al 2024 rivelano che, su 12.063 missioni di soccorso, ben il 43,2% sono state causate da cadute o scivolamenti. Questo dato sottolinea l’importanza di adottare un approccio prudente e di utilizzare attrezzatura adeguata, come scarponi da trekking con suola antiscivolo e bastoncini da trekking per migliorare l’equilibrio.
Inoltre, il 26,5% degli interventi è stato causato da incapacità durante l’attività svolta, il che evidenzia l’importanza di valutare attentamente le proprie capacità fisiche e tecniche prima di affrontare un percorso impegnativo. Un allenamento adeguato e una conoscenza approfondita delle tecniche di progressione su roccia e su ghiaccio possono fare la differenza tra un’escursione sicura e un incidente.
Verso una cultura della sicurezza in montagna
La tragica scomparsa di Cesare Ornati deve fungere da monito per tutti gli appassionati di montagna. È fondamentale promuovere una cultura della sicurezza che ponga al centro la consapevolezza dei rischi, la preparazione adeguata e il rispetto per l’ambiente. Le istituzioni, le associazioni alpinistiche e le guide alpine hanno un ruolo cruciale da svolgere in questo senso, attraverso la promozione di corsi di formazione, campagne di sensibilizzazione e la diffusione di informazioni corrette e aggiornate. La montagna è un ambiente meraviglioso e stimolante, ma è anche un luogo che richiede umiltà, rispetto e una profonda consapevolezza dei propri limiti. Solo in questo modo potremo continuare a godere delle sue meraviglie in sicurezza e onorare la memoria di chi, come Cesare Ornati, ha perso la vita per la sua passione.
Ecco, in conclusione, una nozione basilare e una avanzata correlate al tema della sicurezza in montagna, per stimolare una riflessione personale. A livello base, è fondamentale comprendere che la montagna non è un parco giochi. Richiede rispetto, preparazione e la consapevolezza che il rischio zero non esiste. A livello avanzato, è utile studiare le trappole euristiche* che possono influenzare negativamente il processo decisionale in ambiente alpino, portando a sottovalutare i pericoli o a sopravvalutare le proprie capacità. Riflettere su questi aspetti può aiutarci a diventare escursionisti più consapevoli e responsabili.