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Patagonia: Haley riscrive la storia con la prima solitaria invernale dell’aguja standhardt

L'alpinista statunitense Colin Haley realizza un'impresa storica sull'Aguja Standhardt, aprendo un dibattito sull'etica dell'alpinismo e sull'evoluzione della disciplina.
  • Colin Haley ha completato la prima solitaria invernale dell'Aguja Standhardt lungo la via Exocet (500m, WI5, 5.9) il 19 settembre 2025.
  • Dopo soli sei giorni trascorsi a El Chalten, Haley ha deciso di ripartire, spinto dalle condizioni favorevoli.
  • Nel 2010, Haley aveva già realizzato la prima solitaria dell'Aguja Standhardt, affrontando gran parte della via Exocet in free solo; questa volta, però, si è assicurato più spesso.
  • Haley ha reso omaggio all'impresa compiuta da Tommy Bonapace nel 1994, che raggiunse la parte superiore del camino di ghiaccio senza previsioni meteorologiche.
  • Haley ha definito la sua recente ascensione al Cerro Torre «un po' deludente» rispetto a questa, che è stata «molto più facile e molto meno speciale».

Colin Haley, scalatore statunitense di spicco, ha lasciato il segno in Patagonia portando a termine la prima solitaria invernale dell’Aguja Standhardt, lungo la via Exocet (500m, WI5, 5.9). Tale successo giunge a breve distanza dalla sua prima solitaria invernale del Cerro Torre, cementando ulteriormente la sua fama come uno dei più grandi alpinisti patagonici di sempre. L’impresa si è concretizzata il 19 settembre 2025, pochi giorni prima dell’equinozio di primavera australe.

Le motivazioni di un ritorno inaspettato

Dopo la faticosa salita del Cerro Torre, Haley si sentiva esausto e appagato, desideroso di prendersi una pausa dall’alpinismo. Tuttavia, la Patagonia è nota per le sue finestre di bel tempo imprevedibili e fugaci. L’alpinista ha evidenziato che “In Patagonia le occasioni per fare alpinismo sono rare, e non si può scegliere quando arrivano”. Di fronte a una nuova opportunità, l’alpinista non ha potuto resistere al richiamo della montagna. Dopo soli sei giorni trascorsi a El Chalten, Haley ha deciso di ripartire, spinto dalla prospettiva di sfruttare al massimo le condizioni favorevoli.

Haley ha chiesto aiuto a Maxi Abasto, che ha trasportato parte dell’attrezzatura per due giorni, facilitando l’approccio alla parete. L’ascensione è cominciata il 19 settembre, quando l’alpinista ha attraversato il ghiacciaio fino al Colle Standhardt e ha attaccato la via alle 9 del mattino.

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  • 💪 Impressionante! Haley dimostra ancora una volta la sua incredibile abilità......
  • 🤔 Mi chiedo se questa ossessione per le 'prime' non stia snaturando......
  • 🥶 Interessante il confronto con Leclerc, ma forse dovremmo concentrarci più......

La salita: un confronto tra passato e presente

Nel 2010, Haley aveva già realizzato la prima solitaria dell’Aguja Standhardt, affrontando gran parte della via Exocet in free solo, compreso il tratto chiave del camino ghiacciato. Questa volta, però, l’approccio è stato diverso. “15 anni più vecchio, e anche un po’ più saggio, mi sono assicurato praticamente sempre, tranne che per i tratti davvero facili”, ha spiegato Haley. Questa scelta, dettata dalla prudenza e dall’esperienza, ha comportato un maggiore dispendio di tempo ed energie, ma ha anche permesso all’alpinista di affrontare la salita con maggiore sicurezza e controllo.

Haley ha riconosciuto che questa salita, pur essendo la prima invernale solitaria dell’Aguja Standhardt, non è stata la più difficile. Ha reso omaggio all’impresa compiuta da Tommy Bonapace nel 1994, quando l’alpinista austriaco, senza previsioni meteorologiche e senza un vero e proprio paese d’appoggio, raggiunse la parte superiore del camino di ghiaccio, a un tiro di misto dalla vetta.

Un gioco sciocco con regole precise

Haley ha descritto l’alpinismo in solitaria come un “gioco sciocco”, ma ha sottolineato l’importanza di rispettare le regole. Nel caso delle salite invernali, la regola è che l’ascensione deve avvenire tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera. La salita di Haley è avvenuta pochi giorni prima della fine dell’inverno australe, mentre quella di Marc-André Leclerc nel 2015 era avvenuta subito dopo. Pur riconoscendo la minima differenza di calendario, Haley si è detto fiducioso di aver affrontato condizioni più invernali rispetto a Leclerc, sentendosi quindi legittimato a rivendicare la prima salita invernale dell’Aguja Standhardt.

L’alpinista ha tenuto a precisare che questa rivendicazione non implica una maggiore difficoltà della sua salita rispetto a quella di Leclerc, riconoscendo che la partenza diretta (Tomahawk) affrontata dal canadese aggiungeva un ulteriore livello di sfida.

Riflessioni sulla difficoltà e sull’esperienza

Haley ha ammesso che questa salita è stata “molto più facile, e molto meno speciale” della sua recente ascensione al Cerro Torre, definendola “un po’ deludente”. Tuttavia, ha anche sottolineato l’aspetto più soddisfacente dell’esperienza: la sensazione di rilassatezza e sicurezza che ha provato durante la salita, in contrasto con il suo “io più giovane e meno esperto di 15 anni fa”.

Oltre la conquista: un’etica dell’alpinismo

L’impresa di Colin Haley solleva interrogativi importanti sull’etica dell’alpinismo moderno. La sua scelta di assicurarsi maggiormente rispetto al passato, l’utilizzo di un porter per facilitare l’avvicinamento e la sua riflessione sul valore del rischio rispetto all’esperienza e alla competenza tecnica aprono un dibattito stimolante sul significato e sull’evoluzione di questa disciplina.

Caro lettore, l’alpinismo è una disciplina complessa e affascinante, che mette alla prova i limiti fisici e mentali dell’uomo. Dietro ogni impresa, però, si celano scelte etiche e morali che meritano di essere approfondite.
Una nozione base da tenere a mente è che l’alpinismo non è solo una questione di conquista della vetta, ma anche di rispetto per l’ambiente e per le persone coinvolte. Un aspetto più avanzato da considerare è che l’etica dell’alpinismo è in continua evoluzione, influenzata dai cambiamenti climatici, dalle nuove tecnologie e dalle diverse culture.

Ti invito a riflettere su questi aspetti e a formare una tua opinione personale, tenendo conto che non esiste una risposta univoca e definitiva. L’importante è affrontare l’alpinismo con consapevolezza e responsabilità, cercando di lasciare un’impronta positiva sul mondo che ci circonda.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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