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Alpinismo al femminile: la vetta è ancora lontana?

Nonostante una crescente presenza femminile nel CAI, le donne restano una minoranza nelle professioni alpine e nelle posizioni di leadership. Scopriamo le sfide e le iniziative per un futuro più inclusivo.
  • In Italia, le donne rappresentano meno del 2% delle circa 1.500 guide alpine.
  • Nonostante ciò, le donne costituiscono il 38% degli iscritti al Club Alpino Italiano (CAI).
  • Solo il 19% delle posizioni di rilievo all'interno del CAI sono occupate da donne, evidenziando un divario nella leadership.
  • L'associazione «Donne di Montagna», fondata nel 2018, si propone di contrastare i pregiudizi e le microaggressioni che limitano la partecipazione femminile.
  • Ninì Pietrasanta fu la prima donna a scalare il Cervino in inverno negli anni '30, mentre Renata Rossi divenne la prima guida alpina donna in Italia nel 1984.

La Disparità di Genere nel Mondo dell’Alpinismo Italiano

In Italia, il panorama dell’alpinismo e delle professioni legate alla montagna rivela una marcata disparità di genere. Su un totale di circa 1.500 guide alpine, le donne rappresentano una minoranza esigua, attestandosi a meno del 2%. Questo dato contrasta con la crescente presenza femminile nel Club Alpino Italiano (CAI), dove le donne costituiscono il 38% degli iscritti. Tuttavia, anche all’interno del CAI, la leadership femminile è limitata, con solo il 19% delle posizioni di rilievo occupate da donne.

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Iniziative per l’Empowerment Femminile in Montagna

Di fronte a questa disparità, diverse iniziative stanno emergendo per promuovere l’empowerment femminile in montagna. L’associazione “Donne di Montagna”, fondata nel 2018 da Marzia Bortolameotti, si propone di creare una comunità basata sulla sorellanza e l’inclusione. L’obiettivo è contrastare i pregiudizi e le microaggressioni che limitano la partecipazione delle donne alle attività alpine. L’associazione è nata da un congresso della SAT (Società Alpinisti Tridentini) dedicato al tema “Montagna al femminile”, dove donne guide alpine, rifugiste e pilote di elicotteri hanno condiviso le loro esperienze e le sfide affrontate in un ambiente storicamente maschile.

Il CAI, a sua volta, ha istituito una commissione pari opportunità e avviato un percorso per la parità di genere. Tra le misure adottate, vi è la revisione dello statuto per utilizzare un linguaggio inclusivo e la modifica della governance delle commissioni tecniche, che dovranno prevedere almeno tre persone del genere meno rappresentato ad ogni rinnovo triennale.

Pioniere e Protagoniste dell’Alpinismo Femminile

Nonostante le difficoltà, la storia dell’alpinismo italiano è costellata di figure femminili che hanno sfidato i pregiudizi e aperto la strada alle generazioni successive. Negli anni ’30, Ninì Pietrasanta fu la prima donna a scalare il Cervino in inverno, dimostrando che la montagna non era un territorio vietato alle donne. Nel 1984, Renata Rossi divenne la prima guida alpina donna in Italia, aprendo un varco in una professione tradizionalmente maschile.
Oggi, figure come Anna Torretta, guida alpina e scrittrice, continuano a ispirare le nuove generazioni. Torretta è stata la prima donna ad entrare nella Società Guide di Courmayeur e ha fondato “Avventura Donna”, la prima scuola di alpinismo femminile. Altre alpiniste di spicco includono Nives Meroi, unica donna ad aver salito dodici cime sopra gli ottomila metri senza ossigeno e portatori d’alta quota, e Tamara Lunger, scialpinista ed esploratrice di fama mondiale.

Verso una Montagna Più Inclusiva: Sfide e Prospettive Future

La strada verso una montagna più inclusiva è ancora lunga e tortuosa. Nonostante la crescente presenza femminile nelle attività alpine, le donne faticano ad emergere nei ruoli professionali, decisionali e istituzionali. La percentuale di guide alpine donne rimane bassissima, e la leadership femminile all’interno del CAI è ancora limitata.

Per superare queste sfide, è necessario un cambiamento culturale profondo, che metta al bando bias e stereotipi di genere e favorisca una vera inclusione. È fondamentale promuovere la visibilità delle donne in montagna, sostenere la loro partecipazione alle professioni alpine e garantire loro un ruolo di leadership. Iniziative come “Donne di Montagna” e i corsi di alpinismo femminile sono importanti per creare una comunità di supporto e incoraggiare le donne a credere in sé stesse e nelle proprie capacità.

Un Futuro di Parità: La Montagna come Metafora di Uguaglianza

La montagna, con le sue vette impervie e le sfide che pone, può essere vista come una metafora della lotta per l’uguaglianza di genere. Scalare una montagna richiede determinazione, coraggio e resilienza, qualità che le donne hanno dimostrato di possedere in abbondanza. Come sottolineato da Marzia Bortolameotti, i sentieri alpini offrono opportunità uniche per potenziare la fiducia in sé stesse e migliorare l’indipendenza. Nelle avventure escursionistiche, le donne si sostengono a vicenda, forgiando legami speciali e portando alla luce narrazioni spesso trascurate. L’adozione di diversità e inclusione, sia negli ambienti montani che nella quotidianità, necessita di un approccio collaborativo fondato su fiducia reciproca, sinergia e stima. La prossima sfida da superare non è solamente una cima fisica, ma l’ottenimento di un’autentica parità.

Amici appassionati di montagna, riflettiamo un attimo. Abbiamo visto come, nonostante una crescente presenza femminile tra gli amanti della montagna, le donne siano ancora sottorappresentate nelle posizioni di leadership e nelle professioni alpine. Questo ci ricorda che la passione e l’amore per la montagna non bastano: è necessario un impegno attivo per superare gli stereotipi e creare un ambiente inclusivo per tutti.
Una nozione base da tenere a mente è che l’alpinismo non è solo una questione di forza fisica, ma anche di strategia, resilienza e capacità di adattamento. Le donne, con la loro sensibilità e attenzione ai dettagli, possono portare un contributo prezioso a questo sport.

E per chi vuole approfondire, una nozione più avanzata: la storia dell’alpinismo femminile è ricca di figure straordinarie che hanno sfidato le convenzioni e superato i propri limiti. Conoscere le loro storie è un modo per ispirarsi e per capire che la montagna è un luogo dove tutti possono trovare il proprio spazio.

Quindi, la prossima volta che sarete in montagna, guardatevi intorno e cercate di immaginare un futuro dove uomini e donne condividano equamente le responsabilità e le opportunità. Perché la montagna, come la vita, è più bella se vissuta insieme.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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