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- L'alpinista Ernesto Macera Mascitelli ha raggiunto la vetta del Manaslu, a 8.163 metri, portando con sé il gagliardetto di Avezzano.
- L'ascensione è avvenuta il 22 settembre 2025, dopo dieci ore di salita ininterrotta dal Campo 3 situato a 7.000 metri, a seguito del tentativo fallito nel 2024.
- Mascitelli ha investito parte delle risorse raccolte per aiutare i giovani del villaggio nepalese di Devitar, rimasti orfani dopo il terremoto del 2015, fornendo loro materiali didattici e abbigliamento.
In data odierna, 25 settembre 2025, all’orario di 06:18, la comunità degli amanti della montagna commemora una realizzazione che va oltre le normali conquiste sportive. L’alpinista originario della Marsica, Ernesto Macera Mascitelli, è riuscito a raggiungere la sommità del Manaslu. Con questa ascensione ha sollevato non solo il simbolo di Avezzano, ma anche un potente messaggio di speranza, destinato a tutti gli abitanti della Marsica.
La Conquista del Manaslu: Un Traguardo Oltre l’Alpinismo
Il Manaslu, con i suoi imponenti 8.163 metri, rappresenta una sfida formidabile per qualsiasi alpinista. La sua vetta, soprannominata “la montagna degli spiriti”, è stata testimone di innumerevoli tentativi, successi e tragedie. L’ascesa di Macera Mascitelli, compiuta il 22 settembre 2025 alle ore 12:00, dopo dieci ore di salita ininterrotta dal Campo 3 situato a 7.000 metri, assume un significato ancora più profondo, considerando il tentativo fallito nel 2024, interrotto a causa di condizioni meteorologiche avverse a quota 7.000 metri. La determinazione e la perseveranza dell’alpinista, che ha scelto di non arrendersi di fronte alle difficoltà, sono un esempio di resilienza e passione. La decisione di saltare il Campo 4 per affrontare direttamente l’ascesa finale testimonia una profonda conoscenza della montagna e una fiducia incrollabile nelle proprie capacità. La successiva discesa, completata in sole cinque ore, sottolinea ulteriormente l’abilità e l’esperienza di Macera Mascitelli.
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Un Gagliardetto e un Messaggio di Speranza
La realizzazione conquistata da Macera Mascitelli va oltre il confine della sua vittoria personale; essa si erge come un vero trionfo per l’intero tessuto sociale di Avezzano e dell’intera Marsica. L’affermazione del gagliardetto comunale, sventolato sulla cima del Manaslu, diventa emblema non solo dell’orgoglio locale ma anche dell’identità condivisa tra gli abitanti della zona nei confronti del loro illustre concittadino. È fondamentale notare che questa spedizione è stata accompagnata da uno sforzo generoso: Mascitelli ha scelto infatti di investire parte delle risorse raccolte nell’aiutare i più giovani residenti nel villaggio nepalese di Devitar, inclusi quelli rimasti orfani dopo il devastante terremoto avvenuto nel 2015. Tale azione filantropica include acquisti mirati a fornire loro beni essenziali come materiali didattici e abbigliamento appropriato; testimonianza chiara che dimostra quanto possa essere cruciale unirsi in momenti difficili attraverso atti concreti diretti ad alleviare la sofferenza altrui.

Il Supporto della Comunità e il Valore dell’Impresa
La presentazione dell’impresa, avvenuta poche settimane fa nella sala consiliare di Avezzano, ha visto la partecipazione di numerose figure istituzionali e rappresentanti della comunità alpinistica, tra cui il sindaco Gianni Di Pangrazio, la consigliera comunale Patrizia Gallese, il vicepresidente della Provincia dell’Aquila Gianluca Alfonsi, il sindaco di Magliano de’ Marsi Pasqualino Di Cristofano, il tenente colonnello Giuseppe Cardilli del 9° Reggimento Alpini, il vicepresidente del CNSAS Luciano Di Martino, il vicepresidente del CAI Costanzo Villa, Fabio Leonardi del GEV e il medico soccorritore Gianfranco Gallese. La loro presenza e il loro sostegno testimoniano il valore che la comunità attribuisce all’impresa di Macera Mascitelli. Le parole del sindaco Di Pangrazio, “Insieme ad Ernesto è salita tutta la Marsica”, sottolineano il senso di appartenenza e l’orgoglio che l’impresa ha suscitato in tutto il territorio.
Un Sogno Realizzato: Determinazione e Solidarietà in Vetta
La straordinaria avventura intrapresa da Ernesto Macera Mascitelli è emblematica dell’efficacia con cui la tenacia, il coraggio, e il senso d’unità possono facilitare il raggiungimento delle mete più elevate. L’ascensione al Manaslu va oltre i confini della mera competizione sportiva: essa si trasforma in una potente dichiarazione che invita tutti a perseverare, anche quando le circostanze si fanno sfavorevoli. La dedizione mostrata verso i giovani del villaggio Devitar illustra come l’attività alpinistica possa fungere da veicolo per atti altruistici e per favorire il progresso collettivo.
L’eco di questa impresa risuona ben oltre le vette himalayane, ispirando chiunque abbia un sogno nel cuore.
Riflessioni sull’Alpinismo e la Solidarietà
L’eccezionale impresa compiuta da Ernesto Macera Mascitelli offre uno spunto prezioso per riconsiderare i fondamenti dell’alpinismo contemporaneo. Si ha spesso la tendenza a ridurre questa pratica all’ambito esclusivamente sportivo, dove prevalgono performance elevate e raggiungimenti vertiginosi. In contrasto con tale visione ristretta, l’esperienza di Macera Mascitelli sottolinea invece il valore intrinseco dell’alpinismo come espressione autentica di principi quali solidarietà, generosità e impegno sociale.
Un concetto basilare legato all’alpinismo evidenzia quanto sia fondamentale essere preparati dal punto di vista fisico e mentale: queste qualità si configurano essenziali nel fronteggiare le insidie che comporta ogni escursione montana. Allo stesso modo però emerge con chiarezza che è cruciale possedere una solida conoscenza del contesto territoriale in cui ci si muove: il rispetto verso l’ambiente naturale gioca un ruolo centrale nell’assicurare sia sicurezza nelle pratiche alpinistiche sia una sostenibilità duratura.
Il percorso intrapreso da Macera Mascitelli spinge ad ampliare gli orizzonti sull’alpinismo; viene proposto non solo quale esperienza individuale ma si configura piuttosto come un’opportunità volta a migliorare il benessere delle comunità locali, favorendo così un modello turistico responsabile in armonia con i territori visitati. Stimola una profonda riflessione sul modo in cui sia possibile fondere la nostra passione per le montagne con l’impegno sociale, cercando di produrre un effetto positivo sulle dinamiche del mondo in cui viviamo.