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- Nel 2024, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) ha effettuato 12.063 operazioni di salvataggio, assistendo 11.789 persone.
- La stagione estiva del 2025 ha visto un aumento degli incidenti, con 83 decessi e 5 dispersi tra il 21 giugno e il 23 luglio, quasi tre decessi al giorno.
- Le cadute e gli scivolamenti sono la causa principale degli incidenti (43,2%), seguiti dall'inettitudine (26,5%) e dai malori (12,7%). L'escursionismo è l'attività più pericolosa (44,3%).
- L'app GeoResq, promossa dal Ministero del Turismo e dal CAI, è stata scaricata da oltre 240.000 utenti, dimostrando un crescente interesse per la sicurezza in montagna.
Incidenti in montagna: un’analisi approfondita e proposte per la sicurezza
La questione de<a class="crl" target="_blank" rel="nofollow" href="https://www.cnsas.it/2023/03/16/dati-2022/”>gli incidenti montani è sfortunatamente diventata sempre più centrale nei resoconti e negli studi sull’alpinismo contemporaneo. La frequenza con cui si verificano eventi dolorosi esige una riflessione seria e un’analisi meticolosa delle ragioni, con l’obiettivo di identificare tattiche valide per accrescere la sicurezza di chiunque frequenti le alture. Questa indagine intende affrontare la problematica in modo sistematico, valutando i dati degli ultimi anni, ascoltando le opinioni degli esperti e suggerendo soluzioni fattibili per diminuire il pericolo di sinistri.
Analisi statistica degli incidenti montani
L’esame dei dati statistici riguardanti gli incidenti montani offre una visione inquietante della condizione attuale. Nel corso del 2024, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) ha realizzato ben 12.063 operazioni di salvataggio, offrendo supporto a un totale di 11.789 individui. Pur notando una modesta riduzione rispetto al picco segnato nel 2023, i numeri restano elevati, sorpassando quelli del 2022. Un dato particolarmente preoccupante è il numero di decessi: nel 2024, 466 persone hanno perso la vita in montagna. Anche se questa cifra è inferiore rispetto agli anni precedenti (491 nel 2023 e 504 nel 2022), rimane comunque inammissibilmente alta e testimonia la persistenza di rischi significativi. La stagione estiva del 2025 si è rivelata particolarmente critica, con un incremento nel numero di incidenti. Tra il 21 giugno e il 23 luglio, si sono verificati 83 decessi e 5 persone risultavano disperse, con una media di quasi tre decessi al giorno. Questo aumento, senza precedenti secondo gli esperti del settore, ha sollevato ulteriori preoccupazioni sulla sicurezza in montagna.
Le cause principali degli incidenti permangono sostanzialmente costanti nel tempo. Le cadute e gli scivolamenti costituiscono la causa più comune (43,2%), seguite dall’inettitudine durante l’attività svolta (26,5%) e dai malori (12,7%). L’escursionismo si conferma come l’attività più pericolosa (44,3%), seguito da sci alpino e nordico (14,0%), mountain bike (6,8%) e alpinismo (5,9%). Questi dati sottolineano la necessità di interventi mirati per incrementare la sicurezza nelle diverse discipline e per rendere più consapevoli gli utenti della montagna riguardo ai rischi specifici di ciascuna attività.
Analizzando l’identikit delle persone soccorse, si profila un quadro preciso: si tratta prevalentemente di uomini italiani tra i 50 e i 60 anni, vittime di cadute durante escursioni, frequentemente nel mese di agosto. I cittadini italiani rappresentano l’80,4% dei soccorsi, seguiti da tedeschi (6,8%), francesi (1,6%) e austriaci (1%). Un dato significativo è la bassa percentuale di soci del CAI (Club Alpino Italiano) tra le persone soccorse (solo l’8,6%), il che suggerisce una possibile correlazione tra la preparazione e la conoscenza del territorio e il rischio di incidenti.
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Il ruolo dei social network e la percezione del rischio
Negli ultimi anni, il ruolo delle piattaforme social è stato oggetto di crescente attenzione nel dibattito sulla sicurezza montana. Molti esperti ritengono che la spasmodica ricerca dello “scatto perfetto” da postare sui social possa istigare gli individui ad affrontare escursioni che superano le loro capacità, senza una preparazione fisica e tecnica adeguata. L’intenzione di imitare imprese viste online, senza considerare i rischi oggettivi e i propri limiti, può avere conseguenze letali. Come ha sottolineato Maurizio Dellantonio, presidente del CNSAS, “una foto in vetta oggi vale più di mille consigli. Un tempo ci si informava, ora sembra umiliante“. Questa affermazione mette in luce un cambiamento culturale preoccupante, in cui la superficialità e l’ostentazione sembrano prevalere sulla prudenza e sulla preparazione.
La sottovalutazione dei rischi è un fattore determinante negli incidenti in montagna. Molti escursionisti e alpinisti non sono pienamente consapevoli dei pericoli oggettivi presenti nell’ambiente montano, come le condizioni meteorologiche variabili, la difficoltà del terreno e la possibilità di frane e valanghe. La mancanza di una conoscenza approfondita del territorio e di una valutazione accurata delle proprie capacità può portare a decisioni errate e a comportamenti imprudenti. La preparazione fisica e tecnica, l’utilizzo di attrezzatura adeguata e la consapevolezza dei propri limiti sono elementi fondamentali per ridurre il rischio di incidenti.

Formazione, prevenzione e sensibilizzazione
Dinanzi ai dati allarmanti sugli incidenti montani, è essenziale investire nella formazione, nella prevenzione e nella sensibilizzazione di chiunque frequenti le zone montuose. L’allenamento fisico e le competenze tecniche, la conoscenza dell’area, la consapevolezza dei pericoli reali e l’uso di equipaggiamento appropriato sono elementi essenziali per limitare il rischio di sinistri e per vivere la montagna in sicurezza. Il Club Alpino Italiano (CAI) gioca un ruolo cruciale in questo contesto, offrendo corsi di formazione, sostenendo una cultura della sicurezza e rendendo consapevoli i propri membri e la comunità montana dei rischi specifici delle varie attività.
Un’altra iniziativa notevole per incrementare la sicurezza in montagna è l’applicazione GeoResq, promossa dal Ministero del Turismo e dal CAI. Questa app gratuita consente di inviare richieste di soccorso geolocalizzate direttamente al Soccorso Alpino e di monitorare i propri percorsi. L’utilizzo di GeoResq può fare la differenza in caso di emergenza, permettendo ai soccorritori di intervenire tempestivamente e di localizzare con precisione la posizione delle persone in difficoltà. Fino ad oggi, l’app è stata scaricata da oltre 240.000 utenti, il che dimostra l’interesse crescente verso la sicurezza in montagna.
Ad ogni modo, la formazione e la tecnologia da sole non sono sufficienti. È necessario un mutamento culturale profondo, che promuova un approccio più responsabile e coscienzioso alla montagna. Gli escursionisti e gli alpinisti devono essere consapevoli dei propri limiti, prepararsi a fondo per ogni escursione, informarsi sulle condizioni metereologiche e del terreno e desistere dall’attività in caso di dubbi o incertezze. La sicurezza in montagna è una responsabilità individuale, ma anche collettiva, che esige l’impegno di tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni alle associazioni alpinistiche, dagli esperti del soccorso ai singoli individui.
Paolo De Luca, esperto di montagna, sottolinea l’importanza di rispettare le norme di sicurezza: “Molte tragedie si potrebbero evitare se gli escursionisti e gli alpinisti facessero più attenzione alle indispensabili norme di sicurezza“. Questa affermazione evidenzia la necessità di una maggiore consapevolezza dei rischi e di un comportamento più prudente da parte di tutti coloro che frequentano la montagna.
Oltre l’incidente: l’importanza del supporto psicologico e della resilienza
Gli incidenti in montagna, anche quando non arrecano lesioni fisiche gravi, possono generare un impatto psicologico rilevante sulle persone coinvolte. Eventi traumatici come cadute, valanghe o la perdita di compagni di escursione possono lasciare ferite profonde, che necessitano di un’attenzione mirata e di un percorso di recupero adeguato. Studi recenti hanno dimostrato che una percentuale significativa di persone coinvolte in incidenti in montagna sviluppa sintomi di disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Questi sintomi possono includere flashback, incubi, ansia, difficoltà di concentrazione e un senso generale di disagio. Per questo motivo, è fondamentale offrire supporto psicologico alle vittime e ai testimoni di incidenti in montagna, aiutandoli a elaborare il trauma e a ritrovare la fiducia in sé stessi e nell’ambiente montano.
Il Soccorso Alpino ha recentemente attivato un servizio di supporto psicologico per le emergenze, il che testimonia una crescente consapevolezza dell’importanza di questo aspetto. Tuttavia, il supporto psicologico non dovrebbe limitarsi alle situazioni di emergenza. È necessario promuovere una cultura della prevenzione e della cura del benessere mentale anche tra gli appassionati di montagna, offrendo corsi di formazione sulla gestione dello stress e delle emozioni e creando spazi di ascolto e di confronto in cui le persone possano condividere le proprie esperienze e trovare sostegno reciproco.
È interessante notare che alcune persone riescono a superare un’esperienza traumatica e a uscirne addirittura rafforzate, sviluppando una maggiore resilienza. La resilienza è la capacità di affrontare e superare le difficoltà, trasformando un’esperienza negativa in un’opportunità di crescita personale. L’esperienza pregressa in montagna sembra favorire questo processo, probabilmente grazie a una maggiore capacità di gestione del rischio, a strategie di coping più consolidate e a una rete di supporto sociale più solida all’interno della comunità montana.
Come ci ricorda la montagna stessa, dopo una tempesta torna sempre il sereno. Anche dopo un incidente, è possibile ritrovare la gioia di vivere la montagna, con una consapevolezza rinnovata e un approccio più cauto e rispettoso.
Proposte concrete per un futuro più sicuro
In conclusione, la sicurezza in montagna è un tema complesso e articolato, che richiede un approccio multifattoriale e l’impegno di tutti gli attori coinvolti. Per invertire il trend negativo degli incidenti, è necessario agire su diversi fronti, dalla formazione alla prevenzione, dalla sensibilizzazione alla responsabilizzazione. Le proposte concrete per un futuro più sicuro includono:
- Campagne di sensibilizzazione: Promuovere campagne di sensibilizzazione sui rischi della montagna e sull’importanza della preparazione, utilizzando tutti i canali di comunicazione (social media, TV, radio, stampa).
- Formazione obbligatoria: Valutare l’introduzione di un sistema di certificazioni o brevetti per determinate attività alpinistiche, al fine di garantire un livello minimo di preparazione.
- Controllo dei sentieri: Aumentare i controlli sui sentieri più frequentati, verificando la presenza di segnaletica adeguata e la manutenzione dei percorsi.
- Assicurazione obbligatoria: Rendere obbligatoria un’assicurazione che copra i costi del soccorso alpino, al fine di responsabilizzare gli escursionisti e gli alpinisti.
- Collaborazione tra enti: Rafforzare la collaborazione tra CNSAS, CAI, guide alpine e altri enti competenti, al fine di ottimizzare le risorse e migliorare l’efficacia degli interventi.
- Maggiore informazione meteorologica: Diffondere informazioni meteorologiche dettagliate e facilmente accessibili, con particolare attenzione alle zone montane.
- Supporto psicologico: Garantire un accesso facile e tempestivo al supporto psicologico per le vittime e i testimoni di incidenti in montagna.
Paolo De Luca propone anche di far pagare per intero le operazioni di soccorso alpino, per responsabilizzare gli escursionisti e gli alpinisti e per ridurre il numero di interventi immotivati. Questa proposta, seppur controversa, merita di essere presa in considerazione, in quanto potrebbe contribuire a promuovere un comportamento più responsabile e consapevole in montagna.
Sulla montagna, con rispetto e conoscenza
La montagna è un ambiente meraviglioso, che offre opportunità uniche di crescita personale e di contatto con la natura. Tuttavia, è anche un ambiente imprevedibile e potenzialmente pericoloso, che richiede rispetto, preparazione e consapevolezza. Prima di intraprendere qualsiasi attività in montagna, è fondamentale informarsi sui rischi specifici, valutare le proprie capacità, prepararsi adeguatamente e rinunciare all’attività in caso di dubbi o incertezze. La sicurezza in montagna è una conquista continua, che richiede l’impegno di tutti e la consapevolezza che ogni passo può fare la differenza tra una giornata indimenticabile e una tragedia. Proprio per questo, una nozione base da tenere sempre a mente, quando si parla di notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo, è che la preparazione fisica e tecnica sono imprescindibili, un prerequisito fondamentale per affrontare qualsiasi escursione o attività in quota in sicurezza. Allo stesso modo, una nozione più avanzata riguarda la capacità di valutare il rischio, non solo in termini oggettivi (condizioni meteo, difficoltà del percorso), ma anche soggettivi (proprie capacità, stato fisico e mentale). Questa consapevolezza permette di prendere decisioni più responsabili e di evitare situazioni potenzialmente pericolose.
Spero che questa analisi approfondita e le proposte concrete presentate in questo articolo possano contribuire a sensibilizzare gli appassionati di montagna sull’importanza della sicurezza e a ridurre il numero di incidenti. Ricordiamoci sempre che la montagna è un dono prezioso, che va vissuto con rispetto e consapevolezza.