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- Il documentario «La route» di Marianne Chaud ha vinto la Lessinia d'Oro e il Premio del Pubblico, celebrando le donne dello Zanskar.
- Il film My Sweet Land ha ricevuto la Lessinia d'Argento per il miglior lungometraggio, narrando la difficile esistenza di un bambino segnato dal conflitto nel Nagorno-Karabakh.
- Il Green Planet Movie Award è stato assegnato al cortometraggio The Ice Builders, che esplora una tecnica innovativa per la conservazione dell'acqua di fusione dei ghiacciai, affrontando le questioni del cambiamento climatico.
- Il Festival ha premiato i nuovi talenti con il riconoscimento al futuro per i giovani registi ai russi Ivan Vlasov e Nikita Stashkevich per U Vetra Net Hvosta.
La 31ª edizione del Film Festival della Lessinia si è conclusa con un trionfo per il documentario “La route” di Marianne Chaud, che ha conquistato la Lessinia d’Oro e il Premio del Pubblico. Il film, presentato in anteprima europea, celebra la forza e la resilienza delle donne dello Zanskar, una regione remota tra l’Himalaya e il Karakorum.
L’epopea femminile dello Zanskar
“La route”, girato a 4000 metri di altitudine, documenta la costruzione di una strada che promette di porre fine all’isolamento secolare dello Zanskar. Marianne Chaud focalizza la sua attenzione sulle donne, figure centrali in questo processo di cambiamento. Il film mette in luce la loro fatica, la loro determinazione e il loro desiderio di emancipazione. La giuria internazionale ha elogiato il film per la sua fotografia mozzafiato e per la sua capacità di dare voce a una varietà di donne unite da un forte spirito di sorellanza e ottimismo. Questo riconoscimento non è una novità per Chaud, già premiata nelle precedenti edizioni del festival per i suoi lavori dedicati alle donne himalayane.

- Che film meraviglioso! 🤩 Un tributo alla resilienza femminile......
- Non sono convinto... 🤔 Il film sembra idealizzare troppo la situazione......
- Interessante prospettiva! 🧐 Invece di concentrarsi sulla costruzione della strada......
- La resilienza delle donne è incredibile! 💪 Un esempio per tutti noi......
- Un po' lento e ripetitivo... 😴 Mi aspettavo qualcosa di più......
- Dovremmo chiederci: questa strada porterà davvero progresso? 🌍 O solo sfruttamento?...
Guerra e resilienza: i temi dominanti
Il tema della guerra ha permeato molti dei titoli premiati in questa edizione del festival. “My Sweet Land” di Sareen Hairabedian ha ricevuto la Lessinia d’Argento per il miglior lungometraggio. Il film racconta la difficile esistenza di un bambino segnato dal conflitto nel Nagorno-Karabakh, evidenziando l’impatto devastante della violenza sulle nuove generazioni. Anche il corto “Anngeerdardardor” del danese Christoffer Rizvanovic Stenbakken, una storia di amicizia e perdita ambientata in Groenlandia, ha ricevuto la Lessinia d’argento per il miglior corto. Il Premio della Giuria è stato conferito a “La Muraille” di Callisto Mc Nulty, un’opera che esplora le memorie del sanatorio spagnolo di Fontilles, dove la lebbra ha sia diviso che riunito gruppi di individui affetti e non.
Un riconoscimento speciale è stato rivolto a “The Shepherd’s Keeper” di Hadara Oren, un’opera che documenta i conflitti nella Valle del Giordano, dove i pastori beduini resistono ai confini imposti dalle autorità israeliane.
Nuovi sguardi e sfide globali
Il Festival ha premiato anche i nuovi talenti. Il riconoscimento al futuro per i giovani registi è stato attribuito ai russi Ivan Vlasov e Nikita Stashkevich per “U Vetra Net Hvosta”, un’opera che descrive il difficile passaggio delle giovani del popolo Nenets, costrette ad abbandonare la loro esistenza nomade nella tundra nella speranza di un futuro più prospero.
Andrea Costa ha ricevuto il Premio Montagne Italiane per il suo film “Moving Mountains”, che presenta l’incontro tra un giovane immigrato guineano e una coltivatrice del Sudtirolo.
Una menzione particolare è andata a “La Religione della Libertà” di Marco Zuin e Giulio Todescan, un film che ritrae la figura di Antonio Giuriolo, noto come “Capitan Toni” della Resistenza.
Il Green Planet Movie Award, incentrato sulle questioni del cambiamento climatico, è stato conquistato dal cortometraggio “The Ice Builders” di Francesco Clerici e Tommaso Barbaro, che esplora gli stupa di ghiaccio, una tecnica innovativa per la conservazione dell’acqua di fusione dei ghiacciai.
Un mosaico di storie e di umanità
Il Film Festival della Lessinia si conferma un osservatorio privilegiato sulle sfide e le speranze del mondo contemporaneo. Attraverso una selezione accurata di film provenienti da ogni angolo del pianeta, il festival offre uno sguardo profondo e commovente sulla condizione umana. I premi assegnati testimoniano la capacità del cinema di raccontare storie potenti e di suscitare riflessioni importanti. La forza delle donne himalayane, la resilienza delle comunità colpite dalla guerra, le sfide del cambiamento climatico: sono solo alcuni dei temi affrontati dai film premiati in questa edizione. Un mosaico di storie che ci invita a guardare il mondo con occhi nuovi e a interrogarci sul nostro ruolo in un futuro sempre più incerto.
Oltre la Vetta: Un’Eredità di Ispirazione
Il Film Festival della Lessinia, con la sua attenzione alle storie di montagna e di resilienza umana, ci ricorda un aspetto fondamentale dell’alpinismo e della vita in alta quota: la capacità di adattamento e la forza interiore. Spesso, nelle notizie e negli approfondimenti su montagna e alpinismo, ci concentriamo sulle imprese fisiche, sulle cime conquistate e sulle difficoltà tecniche superate. Ma dietro ogni successo, dietro ogni spedizione, c’è una storia di persone, di comunità, di culture che si confrontano con un ambiente ostile e che, nonostante tutto, trovano la forza di andare avanti.
Una nozione base di notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo è che l’alpinismo non è solo uno sport, ma anche un’esperienza umana profonda. Una nozione avanzata è che le comunità montane, spesso marginalizzate e dimenticate, custodiscono un patrimonio di conoscenze e di tradizioni che è fondamentale preservare e valorizzare.
Il film “La route” ci invita a riflettere sul ruolo delle donne in queste comunità, sulla loro capacità di essere protagoniste del cambiamento e sulla loro forza silenziosa che spesso viene sottovalutata. Ci invita a interrogarci su come possiamo sostenere queste comunità, su come possiamo imparare dalle loro esperienze e su come possiamo contribuire a costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutti.