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Manaslu 2025: La sfida solidale di Ernesto Macera Mascitelli verso la vetta

L'alpinista abruzzese riparte alla conquista del «monte delle anime» con un progetto di riedificazione scolastica per i bambini del villaggio di Devitar, dopo la tempesta di neve che lo aveva bloccato a 7.000 metri nel 2024.
  • Ernesto Macera Mascitelli tenterà l'ascensione del Manaslu, alto 8.163 metri, partendo il 23 agosto.
  • La spedizione mira a raccogliere fondi per la riedificazione di una scuola nel villaggio di Devitar, danneggiata dal terremoto del 2015.
  • Macera Mascitelli affronterà la scalata con un team ristretto, composto da un solo sherpa e due portatori fino al campo base, per poi proseguire con Njimi Sherpa, sottolineando un ritorno all'essenza dell'alpinismo.

L’alpinismo, che va oltre la semplice ascesa di cime, incarna valori di rispetto, ardimento e senso civico. È animato da questa filosofia che Ernesto Macera Mascitelli, alpinista originario della regione marsicana, si appresta a intraprendere un’altra, coraggiosa spedizione: l’ascesa del Manaslu, il “monte delle anime”, situato nella catena dell’Himalaya e che si innalza fino a 8.163 metri. La partenza è prevista per il 23 agosto, segnando il secondo tentativo di Macera Mascitelli di giungere in vetta a questa monumentale montagna, dopo che un’intensa tempesta di neve lo aveva costretto a desistere a 7.000 metri nel 2024.

La presentazione ufficiale della spedizione si è svolta nel palazzo comunale di Avezzano, alla presenza di numerose figure istituzionali, rappresentanti delle forze dell’ordine e personalità del mondo alpinistico. Il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, insieme alla consigliera Patrizia Gallese, ha simbolicamente donato a Macera Mascitelli il gonfalone del Comune, che sarà al fianco dell’alpinista fino alla sommità, insieme alla bandiera italiana.

Una Sfida Tecnica e Umana

Il Manaslu, l’ottava montagna più alta del globo, costituisce una sfida notevole per gli alpinisti, non solo per la sua quota, ma anche per le difficoltà tecniche che presenta, in particolare oltre i 6.500 metri, e per l’alto pericolo di slavine. Macera Mascitelli inizierà la scalata in autonomia dall’Italia, per poi affiancarsi a uno sherpa a Katmandu, che lo accompagnerà durante il percorso.

“Ce la metterò tutta,” ha dichiarato Macera Mascitelli, “La montagna ti mette alla prova, e se la rispetti, prima o poi ti concede una seconda possibilità.” La sua risolutezza è evidente, malgrado la consapevolezza dei pericoli impliciti in questa impresa.

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  • 💪 Che impresa meravigliosa, unire alpinismo e solidarietà......
  • 🤔 Non sono del tutto convinto di questa narrazione......
  • 🌍 Alpinismo come strumento di cooperazione internazionale, un'idea......

Alpinismo e Solidarietà: Un Binomio Indissolubile

Da svariati anni, l’alpinista connette alle sue spedizioni un progetto di sostegno pratico rivolto alle comunità andine e nepalesi. In particolare, si sta adoperando nella riedificazione di un edificio scolastico per i bambini del villaggio di Devitar, situato nel distretto di Katmandu, che ha patito gravi danni a causa del sisma del 2015. Una parte considerevole dei fondi raccolti durante la spedizione “Manaslu 25” sarà destinata all’acquisto di materiale didattico e vestiario per i giovani studenti nepalesi.

“Coniugare alpinismo e solidarietà,” ha affermato Ernesto Macera Mastelli, “è la mia personale visione del mondo. È il mio modo per restituire qualcosa a quei luoghi e popolazioni che mi hanno accolto, aiutato e accompagnato nelle mie imprese.”

Un Ritorno alle Radici dell’Alpinismo

Quest’anno, Macera Mascitelli ha scelto di affrontare il Manaslu in modo differente, alla ricerca di un alpinismo più puro e meno artificiale. Partirà da Kathmandu con un team ristretto, composto da un solo sherpa e due portatori, che offriranno appoggio solo fino al campo base. Successivamente, sarà affiancato esclusivamente da Njimi Sherpa, un alpinista del Nepal conosciuto durante la spedizione dell’anno precedente. Tale scelta rimarca la filosofia di Macera Mascitelli: un ritorno all’essenza dell’alpinismo, dove l’essere umano e la montagna si confrontano direttamente, senza l’aiuto di infrastrutture eccessivamente complesse. “So che sarà molto dura, ma questo è l’alpinismo che ho sempre cercato,” ha commentato l’alpinista.

Oltre la Vetta: Un Messaggio di Speranza e Fraternità

La spedizione di Ernesto Macera Mascitelli al Manaslu rappresenta una prova estrema, sia dal punto di vista sportivo che umano. Ma il valore sociale che l’accompagna rende l’impresa ancora più elevata. La comunità di Avezzano e l’intero Abruzzo seguiranno con trepidazione il percorso dell’alpinista verso l’Himalaya, provando un profondo orgoglio per un uomo che porta con sé ben più del mero peso della sua attrezzatura: egli trasmette speranza, abnegazione e un universale messaggio di concordia.

Un’Ascesa che Ispira: Riflessioni sull’Alpinismo e la Solidarietà

L’avventura di Ernesto Macera Mascitelli ci offre un’occasione di riflessione profonda sul significato dell’alpinismo contemporaneo. Non si tratta più solo di conquistare una vetta, ma di farlo con consapevolezza, rispetto e solidarietà. L’alpinismo, in questa ottica, diviene uno strumento per superare i propri limiti, ma anche per contribuire al benessere delle comunità che vivono ai piedi delle montagne.

Una nozione base di alpinismo ci ricorda che la preparazione fisica e tecnica sono fondamentali per affrontare una scalata in sicurezza. Una nozione avanzata sottolinea l’importanza di conoscere e rispettare l’ambiente montano, adottando pratiche sostenibili e minimizzando l’impatto delle nostre azioni.

L’esempio di Macera Mascitelli ci invita a ponderare il nostro ruolo nella società e su come possiamo impiegare le nostre passioni e abilità per generare un impatto positivo. La sua “rivincita” sul Manaslu non è solo una sfida personale, bensì un’opportunità per motivare gli altri a inseguire i propri sogni, con audacia, tenacia e attenzione verso i più vulnerabili.

Frasi Riformulate:
Il mio modo per sdebitarmi con quelle terre e quelle genti che mi hanno dato ospitalità, sostegno e compagnia nelle mie avventure.
Il mio modo di contraccambiare l’accoglienza, l’assistenza e il cameratismo che ho ricevuto in quelle terre e da quelle popolazioni durante le mie sfide.
Considero questo il mio contributo per riconoscere la generosità dei luoghi e delle persone che mi hanno offerto il loro appoggio e la loro amicizia nel corso delle mie spedizioni.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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