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- Nel 1935, lo Sperone Croz alle Grandes Jorasses fu conquistato, un'impresa che rappresentava l'«ultimo problema» delle Alpi e segnò un punto di svolta nell'alpinismo.
- Nel 1934, una «fila» di cordate si formò sullo Sperone Croz, un evento senza precedenti, con alpinisti come Rudolf Peters, Peter Haringer, Renato Chabod e Giusto Gervasutti in competizione.
- La tragedia colpì quando Haringer morì durante la discesa, ma Peters, insieme a Martin Meier, conquistò lo Sperone Croz tra il 28 e il 29 giugno 1935, aprendo una nuova era nell'alpinismo.
Una Sfida Alpinistica Leggendaria
L’estate del 1935 segnò un punto di svolta nell’alpinismo con la conquista dello Sperone Croz alle Grandes Jorasses, un’impresa che catturò l’immaginazione del mondo alpinistico. Questa monumentale parete nord, con i suoi imponenti pilastri di roccia, neve e ghiaccio, rappresentava una sfida formidabile, un vero e proprio “ultimo problema” delle Alpi. La sua conquista non fu solo una vittoria tecnica, ma anche un simbolo dell’audacia e della determinazione umana.
La storia di questa conquista è intrisa di tentativi, fallimenti e tragedie. Negli anni precedenti, alpinisti di spicco come Albert F. Mummery e Armand Charlet avevano osato sfidare la parete, ma senza successo. La Nord delle Jorasses, con i suoi mille e più metri di dislivello e una larghezza di oltre due chilometri, si ergeva come un baluardo inespugnabile.
L’evoluzione delle tecniche alpinistiche, con l’introduzione di chiodi e ramponi più avanzati, giocò un ruolo cruciale. Questi strumenti permisero agli alpinisti di affrontare con maggiore sicurezza le pareti più ripide, aprendo nuove possibilità e spingendo i limiti dell’esplorazione verticale.
La Corsa alla Conquista: Rivalità e Tragedie
Gli anni ’30 furono caratterizzati da una vera e propria “corsa” alle pareti più difficili delle Alpi. La Nord del Cervino, le strapiombanti muraglie delle Tre Cime di Lavaredo e la famigerata Nord dell’Eiger, soprannominata “parete assassina”, attiravano i migliori alpinisti del continente. Lo Sperone Croz, con la sua apparente via meno proibitiva, divenne un obiettivo primario.
Nel 1934, la competizione raggiunse il culmine. Il 30 luglio, sullo Sperone Croz si formò una vera e propria “fila” di cordate, un evento senza precedenti nella storia dell’alpinismo. In testa c’erano i tedeschi Rudolf Peters e Peter Haringer, seguiti da Charlet e Fernand Bélin, dagli italiani Renato Chabod e Giusto Gervasutti, e da una cordata austriaca.
La competizione era intensa, ma anche segnata da un profondo rispetto reciproco. Charlet, noto per la sua velocità e l’eleganza dei suoi itinerari, fu il primo a rinunciare, definendo la corsa alla Nord delle Jorasses “non alpinismo, ma guerra”. Gervasutti e Chabod seguirono a ruota, mentre Peters e Haringer proseguirono, sfidando condizioni meteorologiche proibitive.
La tragedia colpì durante la discesa. Haringer, stremato dalla fatica, perse la presa e precipitò, trovando la morte. Peters, distrutto dalla stanchezza e dalla tensione, riuscì a raggiungere il ghiacciaio dopo cinque giorni di lotta estenuante.

- Che impresa incredibile! 🤩 La determinazione di Peters......
- Non sono d'accordo, troppa competizione e rischio inutile... 😠...
- La montagna come metafora della vita? 🤔 Forse la vera sfida......
Il Trionfo di Peters e Meier: Una Vittoria Storica
Nonostante la tragedia, Peters non si arrese. Nel 1935, insieme al suo nuovo compagno di cordata, Martin Meier, tornò alla carica. Tra il 28 e il 29 giugno, i due alpinisti tedeschi conquistarono lo Sperone Croz, aprendo una nuova era nell’alpinismo.
La notizia della loro impresa si diffuse rapidamente, suscitando ammirazione e rispetto in tutto il mondo alpinistico. Chabod, con sportività, riconobbe il valore dell’impresa di Peters, sottolineando il suo coraggio e la sua determinazione.
L’ascensione di Peters e Meier non segnò la fine della storia della Nord delle Jorasses, ma l’inizio di una nuova era. La conquista dello Sperone Croz aprì la strada a nuove sfide e itinerari, spingendo gli alpinisti a superare i propri limiti e a esplorare nuove frontiere.
Infatti, solo tre anni dopo, nel 1938, la fortissima cordata composta da Riccardo Cassin, Luigi Esposito e Ugo Tizzoni, provenienti da Lecco, portò a termine la conquista dello sperone della Punta Walker, dimostrando che la storia dell’alpinismo è una continua evoluzione.
Eredità e Riflessioni: Lo Spirito dell’Alpinismo Moderno
L’ascensione dello Sperone Croz rimane una pietra miliare nella storia dell’alpinismo, un simbolo dell’audacia, della perseveranza e dello spirito di competizione che animano gli alpinisti. Questa impresa ha ispirato generazioni di scalatori, spingendoli a superare i propri limiti e a esplorare nuove frontiere.
L’eco di questa conquista risuona ancora oggi, ricordandoci che l’alpinismo non è solo una sfida fisica, ma anche una prova di carattere e di determinazione. È un’avventura che mette alla prova i nostri limiti, ci spinge a superare le nostre paure e ci connette con la natura in un modo profondo e significativo.
La storia dello Sperone Croz ci insegna che la montagna è un maestro severo, ma anche un compagno fedele. Ci insegna il valore del rispetto, della collaborazione e della resilienza. Ci ricorda che la vera vittoria non è solo raggiungere la vetta, ma anche superare le difficoltà e crescere come persone.
L’alpinismo moderno, pur evolvendosi con nuove tecniche e materiali, conserva lo stesso spirito di avventura e di sfida che animava i pionieri dello Sperone Croz. La ricerca della vetta, la lotta contro gli elementi e la profonda connessione con la natura rimangono i pilastri di questa disciplina.
Amici appassionati di montagna, spero che questo racconto vi abbia ispirato. Ricordate, l’alpinismo è una disciplina che richiede preparazione, rispetto e consapevolezza. Non sottovalutate mai la montagna e affrontate ogni sfida con umiltà e determinazione.
Nozione base di alpinismo: La progressione su ghiacciaio richiede la conoscenza delle tecniche di assicurazione in cordata e l’utilizzo corretto di piccozza e ramponi per prevenire cadute in crepaccio.
Nozione avanzata di alpinismo: La valutazione del rischio valanghe è fondamentale per la sicurezza in ambiente invernale. Richiede la conoscenza dei fattori che influenzano la stabilità del manto nevoso e l’interpretazione dei bollettini meteo-nivologici.
Riflettete su questo: cosa significa per voi la montagna? È solo una sfida fisica o qualcosa di più profondo? Quali sono i valori che vi spingono a esplorare le vette?
- Pagina di Wikipedia sulle Grandes Jorasses, informazioni storiche e tecniche.
- Biografia di Rudolf Peters, alpinista che ha conquistato lo Sperone Croz.
- Pagina di Wikipedia sulle Grandes Jorasses, approfondisce la geografia del luogo.
- Pagina di Wikipedia su Jean-Baptiste Croz, figura chiave dell'alpinismo.