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- Il primo distacco sulla Cima Falkner, avvenuto il 27 luglio 2025, ha coinvolto circa 36.000 metri cubi di roccia.
- Il crollo più significativo si è verificato il 1 agosto 2025, con un'energia superiore a 2 gradi sulla scala Richter.
- La massa totale potenzialmente instabile sulla Cima Falkner è stimata in circa 700.000 metri cubi.
- A seguito degli eventi, sono stati chiusi i sentieri 305 (via ferrata «Alfredo e Rodolfo Benini») e 331 nel tratto interessato.
- Le cause dei crolli sono da ricercarsi nella degradazione del permafrost, un fenomeno sempre più diffuso a causa del riscaldamento globale.
Crolli ripetuti sulla Cima Falkner: una montagna che cambia forma
La Cima Falkner, nel cuore delle Dolomiti di Brenta, è al centro dell’attenzione a causa di una serie di crolli che ne hanno modificato significativamente la morfologia. Questi eventi, iniziati il 27 luglio 2025 e proseguiti nei giorni successivi, culminati con un distacco particolarmente rilevante il 1 agosto, sollevano interrogativi sulla stabilità delle montagne e sull’impatto dei cambiamenti climatici.
La sequenza degli eventi
Il primo segnale di instabilità è stato registrato dai sismografi alle 2:36 del 27 luglio, con un distacco stimato di circa 36.000 metri cubi di roccia. Tuttavia, l’evento più significativo si è verificato il 1 agosto alle 20:46, quando il personale di un rifugio ha udito un forte boato, seguito da un’imponente nube di polvere. Questo secondo crollo, di energia superiore al primo (circa 2 gradi sulla scala Richter contro 1), ha interessato la parte centrale del versante ovest della cima, raggiungendo in parte il sentiero SAT 305. La massa totale potenzialmente instabile è stimata in circa 700.000 metri cubi.

Misure di sicurezza e monitoraggio
A seguito dei crolli, le autorità hanno immediatamente disposto la chiusura dei sentieri 305 (via ferrata “Alfredo e Rodolfo Benini”) e 331 nel tratto interessato. Il Soccorso Alpino Trentino ha provveduto a delimitare le aree a rischio con fettucce rosse e gialle, invitando i frequentatori della montagna a rimanere rigorosamente all’interno dei sentieri autorizzati. Il Servizio Geologico della Provincia di Trento ha programmato sopralluoghi con l’ausilio di elicotteri, droni e la collaborazione di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca, al fine di valutare la situazione e la consistenza del recente crollo.
Le cause del fenomeno
Le cause di questi crolli sono da ricercarsi in un complesso di fattori, tra cui la degradazione del permafrost, fenomeno sempre più diffuso nelle aree montane a causa del riscaldamento globale. Il permafrost, ovvero il terreno perennemente ghiacciato, svolge un ruolo fondamentale nella stabilità delle rocce. Il suo scioglimento provoca una perdita di coesione del terreno, aumentando il rischio di frane e crolli. È inoltre stato rilevato che le fessure presenti sulla Cima Falkner mostrano un’evoluzione recente e la presenza di ghiaccio nelle cavità di distacco suggerisce un processo di dissesto in atto con un potenziale peggioramento della situazione.
Quali scenari futuri per la Cima Falkner?
La situazione sulla Cima Falkner è in continua evoluzione e richiede un monitoraggio costante. La massa di roccia potenzialmente instabile rappresenta una minaccia per la sicurezza dei sentieri e delle vie alpinistiche circostanti. Le autorità competenti stanno lavorando per valutare il rischio e adottare le misure necessarie per proteggere l’incolumità delle persone. Tuttavia, è evidente che il futuro della Cima Falkner è incerto e che la montagna potrebbe subire ulteriori trasformazioni nel corso del tempo.
Riflessioni sulla fragilità della montagna
Questi eventi ci ricordano la fragilità degli ambienti montani e la loro vulnerabilità ai cambiamenti climatici. La montagna, che spesso percepiamo come un elemento immutabile e maestoso, è in realtà un sistema dinamico e in costante evoluzione. I crolli sulla Cima Falkner sono un campanello d’allarme che ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la natura e sulla necessità di adottare comportamenti più responsabili per preservare questi ambienti unici.
Un concetto base di alpinismo che si ricollega a questa vicenda è la conoscenza del territorio. Prima di intraprendere qualsiasi escursione o ascensione, è fondamentale informarsi sulle condizioni ambientali, sui rischi presenti e sulle eventuali chiusure di sentieri o vie.
Un concetto più avanzato è la valutazione del rischio in tempo reale. Gli alpinisti esperti sono in grado di osservare l’ambiente circostante, individuare segnali di instabilità (come la caduta di sassi, la presenza di crepe nel terreno o la formazione di nuvole particolari) e prendere decisioni appropriate per garantire la propria sicurezza.
La montagna ci insegna l’umiltà e il rispetto. Ci ricorda che non siamo i padroni della natura, ma solo ospiti temporanei. Sta a noi comportarci di conseguenza, proteggendo e preservando questi luoghi meravigliosi per le generazioni future.
- Comunicato ufficiale della Provincia di Trento sul distacco e chiusura sentieri.
- Video ufficiale della Provincia Autonoma di Trento sui crolli a Cima Falkner.
- Pagina ufficiale della Provincia Autonoma di Trento, essenziale per info istituzionali.
- Comunicato stampa ufficiale della Provincia di Trento sul crollo a Cima Falkner.