E-Mail: [email protected]
- La spedizione «7 Days Mission Everest» punta a scalare l'Everest in soli 7 giorni grazie all'uso di Xenon, un gas che stimola la produzione di eritropoietina (EPO).
- Lo Xenon, vietato dalla WADA dal 2014 negli sport competitivi, è difeso da Lukas Furtenbach come strumento per aumentare la sicurezza nell'alpinismo non competitivo.
- Il costo del programma «Everest in una settimana» è di circa 150.000 euro a persona, comprensivo di visite mediche, alloggio e trattamento con Xenon.
- L'UIAA esprime dubbi sull'efficacia e la sicurezza dello Xenon, citando la mancanza di riscontri scientifici e i potenziali effetti collaterali, come sedazione e compromissione della funzione respiratoria.
È in corso una vivace discussione nel mondo dell’alpinismo riguardo l’uso di gas Xenon per accelerare l’acclimatamento in alta quota. Una spedizione britannica, soprannominata “X-Men”, è partita da Londra il 16 maggio 2025 con l’obiettivo di raggiungere la vetta dell’Everest in soli sette giorni, grazie a un protocollo basato sull’inalazione di questo gas inerte.
La “7 Days Mission Everest”: un’impresa ambiziosa
Denominata “7 Days Mission Everest”, questa spedizione è costituita da quattro veterani delle forze armate del Regno Unito: Garth Miller, Alastair Carns (oggi deputato), Anthony Stazicker e Kev Godlington. Il loro piano prevede di volare da Heathrow a Kathmandu e, successivamente, raggiungere il campo base dell’Everest in elicottero. Da lì, tenteranno la vetta senza il tradizionale periodo di acclimatazione, affidandosi agli effetti dello Xenon per contrastare il mal di montagna. L’intera operazione dovrebbe durare una settimana, un tempo record che ha suscitato grande interesse e controversie. L’agenzia Furtenbach Adventures, nota per le sue spedizioni “flash” con acclimatazione in camere ipobariche, si occuperà della logistica.
- 🚀 Everest in 7 giorni? Un'innovazione che potrebbe... ...
- 🤔 Xenon sull'Everest? Troppo rischioso e snatura... ...
- 🏔️ L'alpinismo sta cambiando: è ancora una sfida...? ...
Lo Xenon: doping o strumento di sicurezza?
Lo Xenon è un gas inerte utilizzato in medicina per le sue proprietà anestetiche e per la sua capacità di stimolare la produzione di eritropoietina (EPO), un ormone che aumenta la produzione di globuli rossi e, di conseguenza, la capacità del corpo di trasportare ossigeno. Questo effetto può accelerare l’acclimatamento all’alta quota, riducendo i rischi associati al mal di montagna. Tuttavia, lo Xenon è vietato dall’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) negli sport competitivi dal 2014. Lukas Furtenbach, ideatore del protocollo, difende l’uso dello Xenon nell’alpinismo non competitivo, sostenendo che si tratta di una tecnologia per garantire sicurezza e rapidità, paragonabile all’uso di ossigeno supplementare o attrezzatura avanzata. Furtenbach ha testato personalmente il gas, scalando l’Aconcagua (6.959 metri) senza acclimatazione dopo aver inalato Xenon. Il costo del programma “Everest in una settimana” è di circa 150.000 euro a persona, comprensivo di visite mediche, alloggio, cibo, guide e trattamento con Xenon.

Le perplessità della comunità alpinistica
L’uso dello Xenon nell’alpinismo ha sollevato diverse preoccupazioni. L’UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche) ha pubblicato una dichiarazione in cui esprime dubbi sull’efficacia e la sicurezza del gas. La commissione medica dell’UIAA dichiara l’assenza di riscontri scientifici che attestino un miglioramento delle performance in quota da parte dello Xenon, evidenziando altresì i potenziali pericoli di un suo impiego improprio. Inoltre, l’UIAA sottolinea che lo Xenon è un farmaco con potenziali effetti collaterali, come sedazione, compromissione della funzione cerebrale e respiratoria, e persino la morte, soprattutto in ambienti pericolosi come l’alta quota. Luigi Festi, medico ed ex-presidente della Società Italiana di Medicina di Montagna, ha definito “folle” basare una spedizione sullo Xenon, evidenziando il rischio di trombosi e altri effetti potenzialmente mortali.
Questione di etica e di limiti
Il dibattito sull’uso dello Xenon nell’alpinismo tocca questioni etiche fondamentali. Alcuni sostengono che l’alpinismo non sia uno sport competitivo e che, quindi, non debba essere soggetto alle regole antidoping. Altri, invece, ritengono che l’uso di sostanze che alterano le prestazioni fisiche snaturi l’essenza stessa dell’alpinismo, che si basa sulla fatica, la preparazione e l’adattamento del corpo all’ambiente montano. L’UIAA, nella sua dichiarazione sull’alpinismo, sottolinea l’importanza dell’etica e dello stile con cui si affrontano le montagne, nonché delle considerazioni ambientali e sociali. L’uso dello Xenon potrebbe rappresentare un punto di svolta nell’alpinismo moderno, aprendo la strada a nuove tecnologie e approcci, ma sollevando al contempo interrogativi sulla sostenibilità, la sicurezza e il significato stesso dell’esperienza alpinistica.
Oltre la vetta: riflessioni sull’alpinismo moderno
L’impresa della “7 Days Mission Everest” ci pone di fronte a una domanda cruciale: *cosa significa oggi fare alpinismo? La risposta non è semplice e dipende dalla prospettiva di ciascuno. Per alcuni, l’alpinismo è una sfida personale, un modo per superare i propri limiti e connettersi con la natura. Per altri, è una competizione, una ricerca di record e prestazioni estreme. E poi c’è chi vede l’alpinismo come un’attività turistica, un’esperienza da consumare in fretta, magari con l’aiuto di tecnologie e sostanze che ne facilitano la realizzazione.
La verità è che l’alpinismo è tutte queste cose insieme, e forse anche qualcosa di più.* È un’attività complessa e sfaccettata, che si evolve nel tempo e si adatta alle nuove tecnologie e alle nuove esigenze. Ma una cosa è certa: l’alpinismo, quello vero, quello che ci fa vibrare l’anima, è quello che ci mette alla prova, che ci fa superare le nostre paure e che ci fa sentire parte di qualcosa di più grande.
Per approfondire, una nozione base dell’alpinismo è l’importanza dell’acclimatamento graduale all’alta quota, un processo che permette al corpo di adattarsi alla minore quantità di ossigeno presente nell’aria. Una nozione avanzata, invece, riguarda la fisiologia dell’alta quota e le diverse strategie per prevenire e curare il mal di montagna, come l’uso di farmaci specifici o l’ossigenoterapia.
In conclusione, l’uso dello Xenon nell’alpinismo è un tema controverso che merita una riflessione approfondita. Non ci sono risposte facili, ma è importante considerare tutti gli aspetti in gioco, dalla sicurezza all’etica, per capire quale sia il futuro dell’alpinismo e quale sia il modo migliore per vivere la montagna in modo responsabile e consapevole.